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Mediterraneo, ecco gli Scenari Climatici realizzati dall’ENEA

Si è aperto stamane a Copenhagen il congresso convocato dall’IPCC su “Climate Change: Global Risks, Challenges and Decisions”, ed organizzato dall’International Alliance of Research Universities (IARU) con l’obiettivo di redigere un executive summary da consegnare alla Conferenza ONU sul Climate Change (COP-15, Kyoto2) di dicembre.
Il congresso ha ricevuto quasi 1600 contributi scientifici di ricercatori provenienti da più di 70 paesi compreso quello dell’ENEA, che oggi ha illustrato le proprie ‘previsioni climatiche’ sul bacino Mediterraneo per il secolo in corso. Si tratta di modelli ottenuti con il primo Regional Earth System ad alta risoluzione per la regione Mediterranea, un nuovo sistema di calcolo sviluppato dall’Ente, in collaborazione con l’ICTP (International Center for Theoretical Physics, Trieste), accoppiando modelli climatici dell’atmosfera, dell’oceano e del suolo. Il sofisticato strumento ha permesso di aggiornare i dati IPCC, producendo scenari climatici ad alta risoluzione e specificando con un maggior dettaglio spazio-temporale l’aumento delle temperature superficiali.

“In particolare, – si legge in una nota stampa – per quanto riguarda il nord e centro Italia le temperature estive cresceranno meno di quanto previsto dagli scenari globali presentati nell’ultimo rapporto IPCC, mentre l’incremento sarà maggiore sul sud e sulle isole. Riguardo alle precipitazioni, ad esempio, le regioni Alpine subiranno una diminuzione delle precipitazioni primaverili ed estive, che però non scenderanno sotto la soglia dei 3 mm al giorno, e un aumento di eventi di precipitazione intensa”.

Grazie all’impiego di potenti super-calcolatori è stato possibile integrare nuovi fattori, come l’indicatore della risorsa acqua, la cui rilevanza permetterà l’applicazione in diversi settori, quali quello energetico o turistico.
“Le simulazioni – spiega ENEA – riguardanti l’innalzamento del livello del mare, ad esempio, evidenziano il ruolo chiave dell’acqua Atlantica che entra dallo stretto di Gibilterra, perché questa acqua è più dolce di quella del Mediterraneo. Più acqua dolce entrerà e più l’effetto di innalzamento del livello del mare dovuto al riscaldamento globale sarà amplificato. Questo lascia maggiore incertezza alle previsioni perché in questo caso molto dipende da quanto l’Atlantico diventerà più o meno salato”.

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