(Rinnovabili.it) – Che gli allevamenti animali fossero una fonte di inquinamento, a causa delle non poche quantità di azoto immesse “naturalmente” nell’atmosfera, era cosa nota e ne parlammo già negli articoli dedicati all’argomento “Auto o mucca, pari son”:https://www.rinnovabili.it/inquinamento-auto-o-mucca-pari-son-505043 e in “Meno gas serra dagli allevamenti degli erbivori”:https://www.rinnovabili.it/meno-gas-serra-dagli-allevamenti-degli-erbivori-530200 (ricordiamo che il metano è 23 volte più potente dell’anidride carbonica nel provocare effetto serra).
Adesso, come riporta il britannico “Observer”, anche la più famosa catena di fast food americana, che iniziò vendendo hamburger, ha cominciato a preoccuparsi di quella mandria di 350.000 bovini che fornisce letteralmente carne per i denti dei suoi clienti e ha iniziato l’analisi che si svolgerà in circa 350 degli allevamenti da cui si rifornisce.
“Questo progetto contribuirà a ridurre emissioni nella nostra catena di approvvigionamento di carne” è stata l’affermazione di Steve Eastbrook, di McDonald’s Uk, paese in cui le flatulenze delle sole mucche pesano per il 4% sul totale delle emissioni nocive, (basti pensare che confezionare hamburger provoca oltre 3 kg di CO2).