(Rinnovabili.it) – I rifiuti della produzione dell’acciaio potrebbero avere presto una seconda vita nel settore dell’edilizia del riciclo. A sostenerlo è un gruppo di ricerca spagnolo che sta sperimentando una nuova metodologia per reimpiegare i sottoprodotti dell’industria metallurgica nella fabbricazione di mattoni. Nello studio, pubblicato nella rivista scientifica _Industrial & Engineering Chemistry Research_, Ana Andrés e colleghi fanno notare come le acciaierie di tutto il mondo producono grandi quantità di rifiuti in forma di polveri ogni anno – da 8 a 12 milioni di tonnellate negli Stati Uniti, per esempio, e 700.000 tonnellate nei paesi dell’Unione europea. La polvere è spesso trasformata in un materiale più consistente noto come *scorie Waelz*, contenente ferro, calcio, ossido di silicio e altri ossidi minori, del manganese, piombo e ossido di zinco.
A causa della presenza di componenti tossici le scorie sono classificate come rifiuti _speciali pericolosi_ rendendo, almeno in teoria, impossibile il loro riutilizzo. Ma gli scienziati spagnoli sembrano aver sfatato questo mito realizzando una serie di campioni sostituendo il 20-30% in peso della creta con scorie Waelz. I prodotti risultanti sono stati analizzati per le loro proprietà fisiche (densità apparente, assorbimento d’acqua, porosità), meccaniche (modulo di rottura), e chimiche (contenuto di sali solubili), al fine di valutare il rispetto degli standard di qualità per i materiali da costruzione. Lo studio ha valutato le conseguenze ambientali derivabili dall’incorporazione delle scorie Waelz in prodotti ceramici nelle tre fasi del loro ciclo di vita: liberazione di sostanze potenzialmente tossiche durante il loro uso (NEN 7345), la lisciviazione dei metalli pesanti dopo lo smaltimento in discarica (EN 12.457 1 e 2), e l’emissione di inquinanti atmosferici durante la cottura. I risultati sperimentali hanno dimostrano che i nessuno dei tre casi si sono deteriorate le proprietà fisiche, meccaniche e chimiche dei prodotti derivanti.