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Marche: Rischio di blocco per 2mila imprese

Più di 3 mila impianti per la produzione di energia fotovoltaica, su un totale di 71 mila in Italia, di cui 2.507 fino a dicembre 2009 e gli altri nel 2010. Impianti che, grazie agli incentivi del Conto Energia, hanno consentito ai marchigiani di produrre oltre 3 mila megavatt da fonti rinnovabili, con una media di 39,5 watt a testa, che pone la nostra regione al quarto posto tra le regioni italiane per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le Marche salgono addirittura al secondo posto, subito dopo la Puglia, se si considera l’estensione territoriale, con 6,4 Kw prodotti per chilometro quadrato. Si tratta, per le 2 mila imprese impiantiste della regione, di un giro d’affari che ha mosso 15,8 milioni di euro in tre anni. Tutto questo, dal 30 maggio di quest’anno, potrebbe non esserci più, con ripercussioni pesantissime sulle imprese e sulle famiglie. Anche perché le banche, di fronte all’incertezza sugli incentivi futuri, stanno bloccando i crediti alle imprese del settore, con conseguente paralisi delle nuove commesse e degli investimenti e il rischio di cassa integrazione per 10 mila lavoratori in Italia e oltre 500 nelle Marche.

A lanciare il grido d’allarme, sono Cna e Confartigianato delle Marche, secondo le quali “è inammissibile che il Governo blocchi gli attuali incentivi a partire dal 1 giugno prossimo, ad appena due mesi dall’approvazione con decreto del terzo Conto Energia . Gli impianti fotovoltaici che saranno collegati in rete dopo tale data, saranno incentivati in base ad una nuova formulazione del Conto Energia, che il Ministero dello sviluppo economico emanerà entro il 30 aprile. In tal modo si viene a creare una situazione di grave incertezza per le imprese che hanno investito nel settore delle rinnovabili proprio in base alle agevolazioni previste dal decreto. Inoltre il Ministero dovrà determinare un limite annuale di potenza elettrica degli impianti fotovoltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti. Le imprese, quindi, non potranno effettuare investimenti di lunga durata, non conoscendo l’entità di questi tetti.”

Per le associazioni artigiane è indispensabile che l’attuale sistema di incentivi non termini il 30 maggio ma resti in vigore per i quattordici mesi previsti originariamente dal Governo. Inoltre la nuova riformulazione non dovrà essere penalizzante per gli investimenti in corso. Infine bisogna ridefinire i meccanismi incentivanti in favore dei piccoli impianti, intervenendo contro la speculazione che si è realizzata in questi ultimi anni in tale settore.

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