Rinnovabili

Manca l’acqua e tutti si tuffano nel problema

Estate torrida. Questa l’allarmata previsione che il ministro Pecoraro Scanio, tutelare dell’ambiente in Italia, ha lanciato, con grande risonanza mediatica, all’ultimo consiglio dei ministri. E i nostri amministratori, ovviamente, esternando grande preoccupazione, anche memori di passate emergenze, hanno decretato subito il “piano siccità”. Politici, governanti e giornali si sono tuffati (anche se di acqua ce ne sarà poca) in questa nuova corsa all’allarme che vede ora accodarsi, anche personalità come il Papa, che proprio in Vaticano ha convocato una vera e propria conferenza per occuparsi specificamente dell’allarme ambiente lanciato, qualche tempo fa, a sua volta dall’IPPC (con il suo rapporto Onu).
Ma l’acqua, che in Italia è un problema gia di per sé, (ed è problematico anche il suo sistema di distribuzione che sembra perda per strada circa il 40% del suo bene prezioso), occorre ricordare che oltre a servire a lavare noi stessi, i nostri vestiti, pentole e stoviglie, a dissetarci, a cucinarci, a irrigare i campi e ad altri innumerevoli utilizzi, serve a produrre energia elettrica, coprendo dal 15 al 18% della domanda totale.
E questo aspetto non ci è parso sia stato sufficientemente considerato da allarmi, appelli, e richiami vari, quando non addirittura ignorato. Già, perché se questa sarà un’estate molto più calda del solito, è lapalissiano che l’uso di ventilatori e condizionatori alzerà il livello di consumi e se, grazie alla siccità, produrremo ben meno del 15% di energia idroelettrica, il problema non sarà quindi limitato ad avere un po’ più di sete o poterci fare una doccia in meno.

Ormai ci siamo costruiti intorno un sistema integrato, dove una risorsa non è indipendente dalle altre e quando un anello della catena è a rischio, va in crisi tutto il resto. D’altronde non bisogna dimenticare che, se siamo a questo punto, il surriscaldamento e la scarsezza d’acqua non sono certo un caso. Anche qui esistono ben chiare le motivazioni, che scienziati, specialisti e ambientalisti conoscono e denunciano da tempo.
Ormai lo insegnano anche a scuola ai bambini che i cosiddetti famigerati “gas serra” sono una causa preminente dell’innalzamento della temperatura. E questi sono emessi da scarichi inquinanti (industriali, domestici, dal comparto trasporti…) ben imbottiti di CO2 e, guarda caso, prodotti dal grande uso di combustibili fossili. E… oplà, il cerchio è chiuso.
Facciamo un riassunto?
Fonti di energia inquinanti, emissioni di gas con effetto serra, innalzamento della temperatura, diminuzioni delle risorse idriche, minore produzione di energia e, nel nostro caso, ridotte capacità di affrontare quel caldo che noi stessi abbiamo generato.
Speriamo che quei dieci milioni di italiani previsti in partenza per questo ponte del 1° maggio, quando con i primi caldi tutti saranno in fila con le loro autovetture, in sella alle moto o stipati negli aerei, pensino almeno un po’ a quanto si scalderà l’aria per consentir loro di andare e tornare dalle città per cercare, oltre al relax, un po’ di refrigerio e aria pulita… Auguri.

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