Cause ed effetti del riscaldamento globale e di come non dipenda da fattori naturali, ma dalle attività antropiche.
E’ Sergio Castellari, esperto del Focal point dell’Ipcc (il panel delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) per l’Italia, a sottolineare i numeri sul global warming. Dal 1978 esistono delle misurazioni, effettuate dai satelliti, che hanno fatto constatare come ”non esista un’apprezzabile variazione nel riscaldamento solare negli ultimi trent’anni” e che invece il riscaldamento globale della Terra non può essere ricondotto all’attività solare o ad altri fattori naturali.
Castellari illustra come, nel lungo periodo, la temperatura globale del Pianeta aumenta: la media è infatti di oltre +0,15 gradi per ogni decennio, almeno a partire dagli anni ’70 e questo si verifica evidentemente per cause antropiche.
Le rilevazioni che dimostrano come
negli ultimi periodi le temperature siano aumentate meno velocemente, non sono affatto una prova che gli anni prossimi saranno sicuramente più caldi di quest’anno. Bisogna ragionare sul lungo periodo, perché il “global warming” si manifesta su queste misure e non da un anno all’altro.
Sono lì a dimostrarlo la diminuzione dei ghiacciai, l’innalzamento della temperatura superficiale globale o quella della troposfera. Ma crescono anche le temperature globali degli oceani, come pure il livello generale dei mari. Aumenta il vapore acqueo, cresce l’intensità delle piogge, si incrementa le precipitazioni negli extra-tropici, monta l’intensità degli uragani, si espande la siccità, s’innalzano i picchi delle alte temperature, si moltiplicano le onde di calore.
Gli impatti dei cambiamenti climatici in corso colpiscono ”i sistemi naturali ed umani sia dei Paesi sviluppati che dei Paesi in via di sviluppo” e, fa notare Castellari, è quindi ”necessario adattarsi a livello locale, regionale e nazionale, con politiche di mitigazione”.