Rinnovabili • Rinnovabili - Inform - Act - Share Background

M&A: il Nord America avanza sull’Europa nel campo delle FER

Secondo lo studio di PricewaterhouseCoopers nel giro di 3 anni il Vecchio Continente potrebbe essere battuto dagli States nel campo delle fusioni e aquisizioni

(Rinnovabili.it) – Per il rapporto “PwC Renewables Deals 2010”:https://www.pwc.com/gx/en/utilities/publications/mergers-acquisitions-renewables-deals-2010.jhtml di _PricewaterhouseCoopers_, il settore delle energie rinnovabili ha evidenziato in questi ultimi anni delle interessanti sorprese sugli investimenti finanziari realizzati da Europa e Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda l’ambito delle fusioni e acquisizioni (Mergers and Acquisitions – M&A).
Per l’anno 2010 l’Europa detiene ancora il primato di M&A da FER con una crescita del 50% seppure con un valore di investimenti complessivo in calo rispetto al 2009 e attestato intorno ai 13 miliardi di dollari. Segue rapidamente il Nord America con un business di circa 12,9 miliardi di dollari e un +43% sul 2009. La conclusione di questi dati – stando al rapporto PwC – è che Europa e Nord America siano ormai quasi allo stesso livello in quest’ambito e che nel giro di soli 3 anni quest’ultima possa addirittura strappare al vecchio continente il primato di M&A.
Lo studio della _PricewaterhouseCoopers_ fornisce inoltre dei dati interessanti sugli investimenti globali in questo settore: il numero di M&A da FER ha fatto registrare nel 2010 un valore complessivo di investimenti pari a 33,4 miliardi ma con un calo del 31,5% rispetto ai 48,8 miliardi del 2009.

Nonostante questo abbassamento, Ronan O’Regan – direttore _Renewables and Cleantech_ di PwC – appare sereno: “Nel 2010 abbiamo assistito a un ritorno di fiducia nel settore M&A, dopo la crisi del 2008 e del 2009, sono sicuro che anche nel 2011 il livello di fiducia resterà alto nonostante le incertezze regolatorie in alcuni mercati”.
“Il recente ritorno del prezzo del petrolio sopra i 100 dollari al barile e la tragedia nucleare in Giappone – spiega O’Regan – dovrebbero fornire un supporto alle valutazioni di settore e a ricordare ai Governi che il passaggio a un’economia a bassa emissione di CO2 non riguarda solo l’ambiente, ma anche la sicurezza degli approvvigionamenti energetici”.