Rinnovabili

Lunigiana: si fa avanti il Mia per centrale a biomasse

Il legno c’è. Le imprese e il mondo agricolo pure. Ora c’è anche chi è disposto ad investire, di tasca propria, per realizzare l’impianto a biomasse sollecitato dalla Coldiretti Provinciale la scorsa settimana. Manca solo, a questo punto, la volontà politica della Lunigiana. Si fa avanti il Mia, il Consorzio Manutentori Impiantisti Artigiani promosso da Cna (www.cna-ms.it) a cui aderiscono una ventina di aziende specializzate nell’assicurare il risparmio energetico ad imprese, privati ed enti. Forte di un accreditamento come Esco da parte dell’autorità per l’energia, e di un’esperienza a livello nazionale, il Mia è pronto ad investire e a scommettere, anche in Lunigiana, sulle energie rinnovabili. In questo caso sulle biomasse. C’è già anche un progetto di base: un impianto, questa la prima ipotesi, da 800 kw per garantire, a fronte di un investimento di circa 500 mila euro, l’autosufficienza energetica di 5-6 edifici pubblici (scuole, palazzo civico, case cantoniere, uffici etc) con un risparmio annuo, per l’amministrazione comunale che sposerà il percorso, di circa 30 mila euro l’anno. “Investiamo noi come Consorzio – si fa avanti Paolo Bedini, Presidente Mia – e per il Comune o chi intende realizzarlo sarà un investimento a costo zero. Ha ragione Coldiretti a dire che in Lunigiana ci sono tutte le condizioni. C’è il legno, tanto legno, aziende pronte a conferirlo, e c’è la necessità di abbassare le emissioni di CO2 nell’ambiente. A questo punto all’appello manca il tassello fondamentale. Da soli, noi e Coldiretti, non possiamo decidere”. Il messaggio è rivolto alle amministrazioni della Lunigiana che si troverebbero, senza dover far nulla, un Consorzio disposto a realizzare l’impianto. Alcune nostre collegate stanno realizzando un impianto simile in Provincia di Savona – spiega ancora – mentre il comune di Monchio delle Corti (poco oltre il Lagastrello) ha appena bandito una gara pubblica per un lavoro similare. Attraverso una sola centrale, alloggiata nelle vicinanza dell’area di interesse, e una rete di teleriscaldamento possiamo garantire l’indipendenza energetica, e il risparmio di questa voce, a cinque-sei edifici pubblici. Il conferimento del cippato, di cui la Lunigiana abbonda, sarebbe ogni 15 giorni. I vantaggi? Attivare una filiera del legno, un impianto unico, una forte riduzione dei costi energetici, una fonte di energia rinnovabile e un investimento a costo zero. Per noi il guadagno è nella realizzazione dell’impianto, che sarà realizzato dalle aziende consorziate, e nella gestione, per 15 anni, della centrale. Un periodo necessario per permetterci di rientrare dall’investimento iniziale. Il risparmio del Comune è il nostro guadagno”.

Intanto Cna ha messo in agenda, nelle prossime settimane, un incontro con i vertici di Coldiretti per cercare di fare quadrato ed andare in Lunigiana con un progetto più dettagliato. “Incontreremo presto la Coldiretti – conclude Bedini – le nostre due visioni coincidono, come la volontà. Ma non spetta a noi prendere decisioni”.

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