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L’ONU tira le somme per il Summit: un altro anno di trattative

(Rinnovabili.it) – Yvo de Boer, segretario generale delle Nazioni Unite, ha affermato che la prossima conferenza di Copenaghen non potrà essere un punto di arrivo per stabilire ufficialmente un trattato internazionale a protezione del clima; le trattative finora discusse dai Paesi del G20 a proposito del global warming non possono essere pertanto conclusive a causa di “progressi insufficienti”. “Non credo – ha detto de Boer – che possiamo ottenere un accordo giuridicamente vincolante da Copenaghen. Penso che potremmo ottenerlo entro la fine di un anno dopo Copenaghen”. Un altro anno ancora affinchè si presti maggiore attenzione al problema che più sta ostacolando la comunione di un pensiero volto a salvaguardare il Pianeta, cioè il divario fra Paesi poveri e quelli industrializzati. Le questioni cruciali relative alle emissioni di gas serra saranno quindi motivo di aperto dibattito in Danimarca, dove si chiederà nuovamente un nuovo taglio nelle emissioni di CO2 agli Stati ricchi che saranno presenti al Summit, considerato oramai una sorta di “Kyoto 2”.
“C’è un sacco di lavoro ancora da fare”, ha detto anche Artur Runge-Metzger, capo della delegazione della Commissione europea, il quale auspica che vengano stabiliti limiti di tempo ristretti per rendere giuridicamente vincolanti ed efficaci i successivi dibattiti. Tutto ciò “dovrebbe essere fatto il più presto possibile – ha aggiunto Runge-Metzger – tre mesi, sei mesi al massimo”.
Il cammino intrapreso per il clima sembra dunque approdare ad una battuta d’arresto, che seppur momentanea, vedrà nuovamente i rappresentanti dei Paesi industrializzati confrontarsi a Dicembre su qualcosa di ancora non definito. Ciò avverrà anche perché la legislazione interna degli Stati Uniti non dispone ad oggi di specifiche disposizioni per il clima, e, nel migliore dei casi, non saranno pronte entro l’anno corrente.

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