Rinnovabili

Lo scooter che si dà al verde e diventa ibrido

Consumi ed emissioni ridotti, possibilità di usufruire degli ecoincentivi e di circolare liberamente anche in caso di stop al traffico. Sono i vantaggi fondamentali del veicolo ibrido a due ruote nato dalla collaborazione tra Engines Engeneering, Faam, Malaguti SpA, Ducati Energia in Italia e di CFMoto di HangZhou (Cina), con l’ITT di Cento (Ferrara) nel ruolo di capofila, un progetto di mobilità sostenibile pronto ad essere presentato in anteprima – a livello internazionale – all’interno della grande vetrina garantita dall’esposizione mondiale di Shanghai presso l’Università di Tongji.
I ruoli? Gli attori italiani garantiscono studio e realizzazione delle parti più sofisticate del mezzo, mentre la Cina contribuisce con un motore a scoppio di caratteristiche, prestazioni e affidabilità d’avanguardia. Ad oggi, il progetto ha superato le fasi “workpackage 3 e 4” (necessarie a certificare l’affidabilità e la durata dei prototipi dei veicoli a due ruote), propedeutiche all’industrializzazione e alla prima produzione di pre-serie. Lo scooter con motore ibrido verrà prodotto e commercializzato a marchio Malaguti, indicativamente a primavera 2011.

In particolare, l’ibrido a due ruote sfrutta un motore elettrico (“ruota-motore” o “Hub motor”) alimentato da una batteria, a sua volta alimentata da un motore a scoppio (motore endotermico) che viene utilizzato solo nei periodi in cui lo stato di carica raggiunge un livello minimo.

“Semplificando il principio, tale configurazione – spiega Andrea Ferioli, amministratore delegato di ITT – è simile a quella di un veicolo elettrico “convenzionale”, con un gruppo elettrogeno a bordo, in cui il motore a combustione interna ha il solo scopo di ricaricare le batterie tramite un generatore di corrente, mentre la trazione del veicolo è esclusivamente elettrica”.

Tra i punti a favore delle due ruote ibride, la possibilità di essere utilizzate esclusivamente con modalità a zero emissioni inquinanti – assicurando la ricarica delle batterie direttamente dalla rete elettrica – in caso di percorrenza di un range attorno ai 20 km giornalieri e la possibilità di ottimizzare i consumi e ridurre al minimo le emissioni grazie al motore endotermico che lavora a regime stazionario e indipendentemente dalla velocità e dalla potenza. In più, con questo tipo di alimentazione il “centauro ecologico” può modulare la gestione elettronica a seconda delle esigenze: massima carica (best charge) quando il motore endotermico funziona per mantenere al massimo il livello delle batterie, massima efficienza energetica (best efficiency) quando il motore endotermico interviene solo se il livello di carica della batteria scende al di sotto di un limite minimo, zero emissioni (zero emission), quando il sistema è in modalità elettrica e il motore endotermico non entra mai in funzione (utile quindi quando si deve percorrere zone che impongono zero emissioni).

Exit mobile version