Rinnovabili

L’Himalaya si scioglie: popolazioni a rischio fame

(Rinnovabili.it) – Il mondo si sta organizzando vista l’imminente Conferenza sul clima che si terrà nel mese di dicembre a Copenhagen. Per meglio prepararsi a questo evento, durante un incontro denominato “Regional Climate Change Conference”:https://www.rinnovabili.it/prima-conferenza-sul-climate-change-per-i-popoli-himalayani-401875, che ha avuto inizio il 31 agosto e termine ieri a Kathmandu, in Nepal, dieci delegazioni hanno deciso di affrontare il delicato tema della regione dell’Himalaya, a rischio global warming.
Dal rapporto “Da Kathmandu a Copenhagen: una visione per affrontare il rischio del cambiamento climatico e la vulnerabilità dell’Himalaya”, presentato dalla Banca di sviluppo asiatico (Adb), si evince che lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya sta seriamente minacciando 1,6 miliardi di abitanti dell’Asia meridionale.
L’aumento e il prolungamento di periodi di siccità, alternati a devastanti alluvioni, stanno mettendo a dura prova le popolazioni asiatiche. ”La vulnerabilità dell’Asia meridionale ai cambiamenti climatici ha conseguenze estremamente serie per l’agricoltura e quindi per la sicurezza alimentare”, ha dichiarato Kunio Senga, direttore generale dell’Adb.
Nel rapporto è stato specificato che, qualora le cose non dovessero migliorare entro il 2050, le popolazioni delle regioni interessate, quali Afghanistan, Bangladesh, India e Nepal, saranno a rischio e non riusciranno a procurarsi il giusto apporto calorico giornaliero.
E’ stato inoltre sottolineato il pericolo che la regione Himalayana corre a causa del suo delicato ecosistema. La minaccia imminente è l’impoverimento idrico: dal 2007 si registra un calo della produzione di orzo che ha costretto gran parte della popolazione a ricorrere ad aiuti umanitari.
In questo contesto il premio Nobel per la pace 2007, Mohan Munasinghe, ha dichiarato che “i Paesi ricchi hanno la necessità di ridurre i loro consumi mentre i Paesi in via di sviluppo devono regolare i propri standard di emissione su livelli più bassi di quelli mantenuti finora dall’Occidente”.

Exit mobile version