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L’eolico off shore gira abbastanza veloce?

(Rinnovabili.it) – Oggi il Sole 24 Ore pubblica un articolo sulle lobby che spingerebbero per l’adozione dei campi eolici off-shore, E cita il rapporto Ewea “Oceans of opportunity” che avevamo messo on-line il 15 di questo mese in un articolo dedicato all’impegno richiesto dall’industria alla Ue per lo “sviluppo dell’eolico off shore”:https://www.rinnovabili.it/eolico-off-shore-firmato-accordo-per-le-forniture-800306
Il rapporto dell’associazione europea dell’energia eolica, datato settembre 2009, in una settantina di pagine prende in esame il mercato futuro dell’eolico off shore, il suo sviluppo e l’auspicata organizzazione europea per la sua realizzazione, approfondendo gli aspetti finanziari, tecnici e politici di una tale scelta. E lo fa con dati, grafici e tabelle che danno una fotografia del momento, ma spiegano anche le potenzialità nel futuro.
Sembra quasi una risposta alla proposta odierna dell’Ocse che in un rapporto invece vede nel ritorno al nucleare la soluzione alla riduzione dei gas serra. L’Ewea al contrario ritiene che da qui al 2020, gran parte dell’energia da fonti rinnovabili nella UE
verrà da impianti eolici. Citando uno studio della SEE che dimostra come l’offshore eolico è economicamente competitivo, con un potenziale nel 2020 di 2.600 TWh, tra il 60% e il 70%
della domanda di energia prevista, passando a 3.400 TWh
nel 2030, (pari al 80% della domanda di elettricità). Il potenziale tecnico di vento offshore invece nel 2020 sarebbe di 25.000 TWh, tra sei e sette volte superiore a quella prevista dalla domanda di energia elettrica, arrivando a 30.000 TWh nel 2030, sette volte
maggiore di quanto previsto per la domanda di energia elettrica.

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