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Lelli: l’Italia non perda il treno della green economy

(Rinnovabili.it) – A pochi giorni dalla presentazione dell’undicesima edizione del Rapporto Energia e Ambiente, il Commissario ENEA, Giovanni Lelli, anticipa i primi dati del report relativo al 2009, che ha rilevato una brusca frenata nella domanda di energia elettrica dell’Italia scesa, rispetto al 2008, del -6%. Sono, invece, le rinnovabili la vera sorpresa, con una crescita del +17% nella produzione elettrica globale dello scorso anno. Un settore che continua a crescere e che traina verso l’alto l’Italia nel mercato globale della green economy, un treno da cui l’Italia, secondo il Commissario, non deve scendere in vista delle prossime sfide globali del 2020 e del 2050.

*Mauro Spagnolo: Ingegner Lelli, stiamo vivendo un cambiamento epocale nelle politiche energetiche nazionali. Qual è l’attuale ruolo ricoperto da ENEA? Continua ad essere un ruolo scientifico, di innovazione e ricerca tecnologica, o di orientamento su determinate scelte tecnologiche nel campo dell’energia?*
*Giovanni Lelli:* Le sfide che dovremo affrontare si sono moltiplicate. Non si tratta più di capire quanto e se una fonte rinnovabile o un’altra fonte energetica dovrà essere incentivata o sviluppata meglio, ma di attrezzarsi per affrontare la sfida globale, quella che io chiamo la _Global Green Growth,_ che in certi contesti viene definita _G al cubo._ Il comparto dell’economia verde è quello che ha fatto registrare una diminuzione più contenuta nel generale ridimensionamento di tutti i settori economici, ed è un settore in cui stanno investendo in molti. Stanno investendo soprattutto Paesi dell’estremo oriente, quindi, ad esempio Corea, Giappone, Cina e India. Quindi si tratta di cogliere rapidamente questa opportunità, facendo azioni di promozione importanti, non solo sul fronte della domanda, come si fa prevalentemente nel nostro Paese per le fonti rinnovabili, ma anche sul fronte dell’offerta. E’ un’occasione che va colta subito perché questo è un settore economico di traino a livello mondiale, che può consentire una maggiore competitività del sistema industriale di ogni Paese. Una competitività che di solito si ottiene producendo innovazione e l’innovazione si ottiene, a sua volta, producendo nuovi modi di operare e continuando a fare ricerca. Ritengo, quindi, che bisognerebbe impegnarsi di più per incentivare l’offerta di tecnologia rinnovabile. Il nostro Paese ha fatto molto sul fronte della domanda, e infatti nel 2009 abbiamo un consuntivo da questo punto di vista eccezionale, però dobbiamo fare meglio anche sul fronte dell’offerta. Perché la prova del nove è questa: se per caso venissero tolti gli incentivi alle fonti rinnovabili, che fine farebbe questa capacità di offerta un po’ “infantile” che c’è ancora nel nostro Paese?

*M. S.: In tutto questo l’ENEA che tipo di ruolo ha?*
*G.L.:* Noi, come Ente di ricerca con funzioni di Agenzia, abbiamo sovrapposto alle normali attività di ricerca e sviluppo che svolgiamo, tipicamente orientate sul fronte dell’offerta, anche attività di servizio e di supporto alla Pubblica Amministrazione centrale e territoriale per tutte le azioni che le singole amministrazioni svolgono nel campo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica. Pertanto noi siamo l’Agenzia, ufficialmente riconosciuta, che si occupa di efficienza energetica e una nostra unità organizzativa svolge questa particolare funzione che ogni Paese deve obbligatoriamente assolvere, dotandosi di una struttura apposita come previsto dal recepimento delle direttive europee in materia. E quindi gestiamo noi, ad esempio, “il numero verde” del 55%, così come supportiamo il Ministero dello Sviluppo Economico per il Piano Annuale di Efficienza Energetica, e aiutiamo l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas nella gestione dei Certificati Bianchi. Per quel che riguarda sempre le fonti rinnovabili, noi aiutiamo le amministrazioni negli scenari di evoluzione della domanda e dell’offerta di energia, avendo come riferimento le date del 2020, del 2050 e quella annuale per ciò che riguarda la bolletta energetica nazionale. E sul fronte dell’offerta continuiamo a fare ricerca su tantissimi campi.

*M.S.: Tra qualche giorno presenterete il vostro _Rapporto Energia e Ambiente,_ un report dettagliato che offre anche un quadro sulle possibili evoluzioni del nostro sistema energetico. Può già darmi qualche anticipazione?*
*G.L.:* Noi presenteremo l’11esima edizione del Rapporto che nel settore è molto atteso. In buona sostanza certificheremo come nel 2009 la domanda di energia elettrica sia calata significativamente in termini percentuali del – 6%. Abbiamo ancora una fortissima dipendenza dall’estero, con una percentuale di circa il 40% per il petrolio e per meno del 40% per quel che riguarda il gas, anche se, per gli stessi motivi a cui accennavo prima, si importa meno energia elettrica. Proprio a causa della crisi economica la nostra bolletta energetica è scesa a circa 40 miliardi di euro, rispetto ai 57 miliardi del 2008. Ma le buone notizie arrivano dalle fonti rinnovabili: la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è cresciuta del 17% e anche il termico è sicuramente aumentato, sebbene sia un settore che presenta abbondanti margini di incremento.
Ma abbiamo anche delineato degli scenari che sono importantissimi, visti gli impegni che l’Italia ha per il 2020. Con il nostro costante impegno sulla green economy, ovvero sulle fonti rinnovabili e nucleare, riusciamo ad abbattere in misura sempre più significativa le emissioni di CO2. Un settore strategico in cui dobbiamo consolidare la nostra posizione se solo pensiamo, ad esempio, che a livello mondiale, in tutto ciò che è classificato sotto l’etichetta _Renewable Energies Technologies,_ rispetto al 2005, è aumentato del 230% nonostante la crisi.

*M.S.: Da anni ENEA porta avanti lo studio sull’efficienza energetica. Di recente avete presentato i dati sulle richieste di detrazioni fiscali del 55%. Mi può dare un quadro complessivo di questa prima fase di vita dell’efficienza energetica nel nostro Paese?*
*G.L.:* Abbiamo fatto un’analisi complessiva sui tre anni 2007, 2008, 2009 che ha fatto registrare circa 600mila interventi, 100mila il primo anno, 250mila il secondo e 250mila il terzo. Questi interventi hanno riguardato soprattutto gli infissi, l’isolamento dell’involucro edilizio. Invece, hanno riguardato il “sistema edificio” e per questo, nella seconda tornata di incentivi del 55%, ci auguriamo che gli interventi siano di natura più sistemica “sul contenitore” e quindi sulla gestione delle fonti energetiche dell’edificio. Penso, ad esempio, alle luci e alle utenze elettriche.
Con questi interventi si è comunque ottenuto un risparmio energetico che in termini di GWh si aggira intorno ai 4.500 GWh per tutti e tre gli anni, con dei risparmi di CO2 che sono significativi e che, in tutto l’arco temporale, sono pari a circa alle 700mila tonnellate non emesse in atmosfera. Uno dei dati più importanti riguarda gli investimenti sostenuti che ammontano a circa 7 miliardi di euro, con un indotto più che significativo dal punto di vista occupazionale, con 30mila lavoratori, di piccole e medie imprese artigiane concentrate prevalentemente al Centro-Nord. Questo ha consentito anche di fare emergere “il nero”, dal momento che tutti i lavori dovevano essere fatturati. Gli ottimisti dicono che il ministro dell’Economia ci abbia “guadagnato”, i pessimisti dicono che non ha soltanto “speso”.

*M.S.: Un quadro decisamente interessante. Adesso, però, all’orizzonte appare qualche problema. In un primo momento era stata prospettata la possibile eliminazione della misura di incentivazione nella Legge di Stabilità, mentre ad oggi la nuova previsione, non particolarmente apprezzata dagli operatori, spalma su dieci anni l’intervento. Quali potrebbero essere, secondo lei, le possibili ripercussioni per l’intero settore?*
*G.L.:* Sull’estensione a dieci anni non vedo grandi ripercussioni per gli operatori. Secondo me le imprese artigiane a cui ho accennato prima esistono, lavoreranno e non chiuderanno. Diverso è invece il discorso sul tempo in cui verrà applicato il 55%, erano tre anni, mi pare che si stia andando a un anno e questo è sicuramente un danno. Non tanto sul fronte dell’offerta, questa volta, ma sul fronte della domanda. Il passaparola in questo caso conta moltissimo. Se le famiglie sanno che c’è una detrazione del 55% prolungata nel tempo e non per un solo anno, il passaparola non viene mai interrotto e la possibilità di accedere all’agevolazione del 55% si radica nella percezione comune. Se la famiglia non può fare l’intervento un anno lo farà, magari, l’anno dopo.

*_Il ritorno al nucleare dell’Italia, le nuove sfide energetiche del nostro Paese, ma anche il ruolo dell’ENEA nella ricerca sull’energia dell’atomo e i rapporti politici e istituzionali con il Ministero dello Sviluppo Economico. Tutto questo nella seconda parte della lunga intervista che il Commissario ENEA Lelli ha rilasciato al direttore Mauro Spagnolo che Rinnovabili.it pubblicherà nei prossimi giorni._*

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