Da un seme deriva la produzione di energia. Per fare crescere un albero è sufficiente un seme: l’energia necessaria per produrre e mettere in cantiere elementi di legno è molto ridotta rispetto ai manufatti metallici o cementizi
Il costo dei combustibili fossili non scende, la bolletta energetica è una delle maggiori spese a carico della famiglia italiana; le emissioni di CO2 non tendono a diminuire ed il 40% circa dell’energia consumata in Europa è attribuibile al settore delle costruzioni. Questo è lo scenario entro cui si collocano soluzioni tecnologiche volte alla sostenibilità e tese ad un miglioramento ambientale. Il legno, inteso sia come fonte di energia rinnovabile che come materiale da costruzione, è infatti al centro della questione progettuale. Rispetto al cemento e all’acciaio o ad altri materiali da costruzione, per essere prodotto assorbe quantità di energia notevolemente più basse, dunque ‘inquina di meno’. L’utilizzo del legno per produrre energia non ha effetti sull’equilibrio di CO2, anzi il legno, a differenza dei combustibili fossili, permette di risparmiare anidride carbonica (ad esempio con una tonnellata di pellet si evitano 1200 kg di emissioni di CO2).
Il recupero di materiali di scarto fa del legno un materiale completo in tutto il suo ciclo di vita: pellets, corteccia, trucioli, sono scarti di recupero derivanti dai centri produttivi che vengono trasformati in energia cosiddetta ‘pulita’, necessaria agli stabilimenti stessi per il ciclo di produzione industriale. Infatti le parti scartate in produzione costituiscono nuovamente la base di lavoro per nuovi prodotti di alta qualità.
Il legno è fonte di energia rinnovabile per eccellenza. La cosiddetta biomassa, inoltre, cioè tutto ciò che deriva da residui forestali o coltivazioni dedicate, da scarti dell’industria del legno cellulosica (es. trucioli, segatura) o aziende zootecniche, da attività agroalimentari o da pulizia di giardini e boschi, produce energia, detta ‘biopower’, mediante processi biochimici o termochimica, di pirolisi, gassificazione, etc.
È proprio l’Unione Europea che assegna alle biomasse un ruolo primario negli scenari a breve termine, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. La combustione del legno con apparecchi termici, qui di seguito citati, consente di abbattere emissioni di gas serra, abbondantemente prodotte dai combustibili fossili.
I processi tecnologici e la ricerca hanno messo a disposizione diverse macchine e attrezzature efficienti per la raccolta, trasformazione e combustione di legna.
Il settore delle costruzioni vede la tecnologia del legno come una possibile soluzione per il risparmio energetico ed economico. Ma le strutture verticali portanti possono essere realizzate anche in muratura, cemento, acciaio. Dunque perché preferire il legno? Molte sono le motivazioni che spingono i progettisti a scegliere la tecnologia costruttiva del legno, ove permesso.
Questo tipo di costruzione ha notevoli vantaggi costruttivi: è elastico, possiede un basso peso specifico, è leggero, è un materiale naturale e non nocivo. Può essere montato e sorretto in diversi modi e utilizzato per tante applicazioni architettoniche: solai di legno utili ai fini igroscopici e isolanti, coperture ventilate con sistemi di travi e travetti in legno, pareti ventilate con rivestimento e intercapedine retrostante costituita da struttura secondaria lignea,
La costruzione in tale senso garantisce un ottimo isolamento termico con valori di sfalsamento di 8-10 ore: il carico termico solare viene accumulato durante il giorno e conservato e trasmesso all’interno dell’edificio la sera, durante tutto l’arco dell’anno. Pannelli in fibra di legno, isolanti in cellulosa e perlite sono tra gli isolanti maggiormente indicati in quanto sostenibili e a basso impatto ambientale. Studi ed esperimenti hanno dimostrato che una struttura realizzata in legno conduce ad un risparmio energetico del 40-50 % rispetto alla stessa costruzione in cemento o acciaio: infatti una parete di legno spessa 10 cm, isola quanto una parete di calcestruzzo dello spessore di 80 cm. Esse sono realizzate con legni poveri economicamente, ma molto ricchi per quanto riguarda i valori di coibentazione e fonoisolamento. Dunque non solo edifici a basso consumo energetico, ma edifici low cost, ossia molto più economici rispetto alla stessa cubatura realizzata in altro materiale.
Inoltre si attua un notevole risparmio di energia anche dal punta di vista della prefabbricazione di elementi montati successivamente a secco: con precisione e velocità d’esecuzione la costruzione si comporta in modo esemplare anche in caso di sisma. Il preassemblaggio delle parti velocizza i lavori in corso d’opera indipendentemente dalle condizioni atmosferiche (i componenti non devono rimanere ad asciugare in caso di maltempo, come avviene per le pareti in muratura isolate) e i macchinari computerizzati consentono una precisione millimetrica, garantendo anche una notevole resistenza al vento.
Ultimo, ma non meno importante, è il miglioramento dei sistemi di trasporto, in quanto la fonte ‘legno’ è reperibile su larga scala a livello locale e utilizzabile direttamente in loco, attuando un minimo impatto sulla rete di trasporto.
La capacità di gestire l’intero processo di produzione, dalla foresta all’abitazione, dalla materia prima alla fornitura del prodotto, rende l’industria del legno una filiera sostenibile e attenta all’impatto ambientale. La ricerca e lo sviluppo tecnologico permettono dunque una riduzione dell’inquinamento e dello spreco energetico mediante l’attenzione all’intero ciclo di vita del prodotto ‘legno’.
Scopriamo come il materiale da costruzione più antico sia anche una delle fonti rinnovabili più coerenti per lo sviluppo sostenibile e di facile inserimento in una filiera locale.