Legambiente dice no al nucleare in Italia e per raccogliere consensi che sensibilizzino il governo invita i cittadini, le imprese e le istituzioni a partecipare alla manifestazione nazionale che si svolgerà domani a Roma
(Rinnovabili.it) – Legambiente chiama a raccolta aziende, cittadini privati ed istituzioni invitandole a partecipare alla manifestazione nazionale organizzata per domani, sabato 26 marzo a Roma dal *_Comitato 2 si per l’acqua bene comune_* e dal *_Comitato Vota sì per fermare il nucleare_*.
Dopo la drammatica esperienza che sta mettendo in ginocchio il Giappone sono molte le perplessità che stanno facendo riflettere in merito alla costruzione di centrali nucleari in Italia e che stanno arricchendo i dibattiti circa la loro chiusura in paesi che da tempo utilizzano l’energia dell’atomo, con la preoccupazione che il nucleare, dopo il disastro di Fukushima, rappresenti un rischio inutile per le nazioni.
“Abbracciare la via del nucleare, per produrre energia elettrica, vuol dire caricare sulle spalle nostre un rischio imprevedibile e sulle future generazioni un’eredità insostenibile ed oscuro. Tanto più che oggi l’alternativa c’è. Basta pensare che i MW installatati in questi anni in Italia con fotovoltaico ed eolico, sommati a quelli risparmiati grazie al grande successo della detrazione fiscale del 55% per interventi di riqualificazione energetica negli edifici, corrispondono alla potenza di tre centrali nucleari come quelle che si vorrebbero costruire in Italia (EPR da 1.600 MW)” come si legge nel comunicato stampa diffuso dall’associazione ambientalista per pubblicizzare la manifestazione organizzata a pochi mesi dal referendum sulla privatizzazione dell’acqua e sul no al nucleare.
“Noi pensiamo che tornare al nucleare in Italia sia la via più sbagliata che si possa imboccare, votando si al referendum abbiamo la possibilità di liberare definitivamente l’Italia dal nucleare. E’ una battaglia difficile ma possiamo vincere.
VOTA SI’ per l’acqua bene comune! SI’ per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti, della democrazia” ha concluso Legambiente.