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Legambiente: senza una strategia per Kyoto l’Italia paga dazio

Non rispettare gli obiettivi del Protocollo internazionale costerà al Belpaese per 2012 oltre i 7,5 miliardi di euro. Senza contare il prezzo della salute dei cittadini

L’Italia stenta a mettersi al passo con gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto, o forse sarebbe più giusto dire annaspa dal momento che lì dove dovrebbe esserci un meno 6,5%, in termini di emissioni climalteranti rispetto al 1990, ora appare un più 9,9%. E Legambiente, oggi scesa in piazza con volontari travestiti da pinguini al grido di “I love Kyoto”, ricorda così al Paese, ancora una volta, la necessità d’adottare una tattica precisa nella lotta all’effetto serra e ai mutamenti del clima.
“L’Italia continua a non definire una strategia per attuare gli impegni dal primo periodo di azione del protocollo di Kyoto”, ha dichiarato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, sottolineando come le scelte energetiche vertano ora sul rilancio del carbone e nucleare a danno dello sviluppo di rinnovabili ed efficienza energetica. “In modo paradossale- prosegue Muroni -, rispetto agli Stati Uniti che annunciano un “Green New Deal” di rilevanza storica, il nostro Paese sceglie ancora una volta di tornare al passato con una politica energetica fondata sulle fonti più sporche e pericolose, perdendo di nuovo l’occasione di trasformare l’emergenza climatica in rilancio dell’economia”. E così facendo “paga dazio” con un 2008 che costerà oltre 1,7 miliardi di euro mentre “al 2012 il conto potrebbe superare i 7,5 miliardi di euro”.
Secondo il “rapporto”:https://www.legambiente.eu/documenti/2009/0126_settimanaAmica_clima/coccoKyoto.pdf pubblicato in occasione della Settimana Amica del Clima, la non applicazione del trattato soltanto per il *settore dei trasporti*, dove si è registrato un più 28,1% di emissioni tra il 1990 e il 2006, si tradurrà in una spesa di 721 milioni di euro per il 2008. “Con gli stessi soldi si sarebbero potuti acquistare almeno 120 treni pendolari o realizzare 15 km di linee metropolitane, o ancora, creare in 8 grandi città italiane un sistema di bike sharing come quello di Parigi, dotato di 20 mila biciclette e 1400 stazioni”. Ogni giorno che passa il ritardo del sistema dei trasporti nell’adeguamento al protocollo di Kyoto costa 1 milione e 750 mila euro, rischiando di superare i 3 miliardi nel 2012.
Male anche il *settore termoelettrico*, principale voce del ritardo italiano, le cui emissioni sono aumentate del 15,7%, per un costo di 572,5 milioni di euro al 2008, sufficienti per installare un impianto fotovoltaico su oltre 31 mila tetti o incentivare frigoriferi efficienti per 3 milioni di famiglie.
“292 milioni di euro dovranno essere spesi in crediti sulle borse del carbonio per coprire il buco del *settore civile* ” le cui emissioni sono cresciute del 12,5% pari a un costo di 292,2 milioni di euro al 2008. Con la stessa cifra – fa notare Legambiente – si sarebbero potuti isolare termicamente oltre 12.000 appartamenti o dotare oltre 73.000 famiglie di un impianto solare per il riscaldamento dell’acqua. Senza adeguati interventi il costo potrebbe salire a quota 1294,2 milioni di euro al 2012.

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