Stop al progetto della nuova centrale a carbone a Saline Joniche. Questo il messaggio del sit-in organizzato a Roma da Legambiente davanti al ministero dello Sviluppo Economico
Durante la prima Conferenza dei Servizi, a Roma, Legambiente protesta per la scelta energetica fatta dal governo a Saline Jonicha affermando che “questa nuova centrale a carbone non farà altro che aumentare di altri 7,5 milioni di tonnellate le emissioni di CO2 del nostro Paese”. Infatti, secondo il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani, “il progetto viene spacciato come eco-compatibile perchè prevede potenzialmente un impianto tecnicamente idoneo alla cattura della CO2, ma attualmente non esistono garanzie sull’effettiva realizzazione dello stoccaggio”. Per gli ambientalisti è importante non scordare che l’obiettivo per l’Italia consiste nel rispettare i target europei, ma solo nell’anno 2007 le dodici centrali a carbone attive hanno emesso ben 42,5 milioni di tonnellate di CO2, pari al 34% delle emissioni climalteranti del settore elettrico, fornendo il 16% dell’elettricità. Per la Calabria, Legambiente propone come sviluppo energetico un modello che preveda, ad esempio, una centrale solare termodinamica a concentrazione e un parco tecnologico per energie rinnovabili. Questo significherebbe la realizzazione di un impianto di produzione ma anche di sperimentazione. Legambiente richiede infine un dibattito pubblico sul piano tecnico-scientifico sulle opportunità ambientali, economiche e occupazionali della regione.