Nonostante ad agosto l’Italia abbia recepito la Direttiva sulla qualità dell’aria l’impegno di Legambiente ci segnala, attraverso la pubblicazione del dossier “*Mal’aria di città 2011*”:https://risorse.legambiente.it/docs/malaria11.0000002212.pdf, una situazione grave su tutta la penisola. Nel 2010 hanno infatti superato il limite giornaliero di 50 microgrammi/m3 di polveri sottili, consentito per 35 volte l’anno, ben 48 capoluoghi di provincia con ai primi posti Torino e Frosinone, rispettivamente con 134 e 108 giornate nere, e a seguire Asti con 98, Lucca 97, Ancona 96 e Napoli 35. Il “bilancio”:https://www.lamiaaria.it/ ha evidenziato una situazione tale da spingere i volontari a manifestare il diritto all’aria pulita attraverso iniziative programmate per i week end.
A confermare le preoccupazioni dell’Associazione ambientalista anche i dati dell’Agenzia per l’Ambiente che tra le città più inquinate cita Torino, Brescia e Milano precedute, a livello europeo, solo dalla bulgara Plovdiv.
Allargando la visuale ci si rende conto che 52mila chilometri quadrati, distribuiti in 15 Regioni e 2 province autonome, in cui vivono oltre 30 milioni di persone rappresentano i numeri dell’inquinamento italiano, che influisce largamente sull’enfatizzazione dei fenomeni di stress e di calo della biodiversità. Il tutto, secondo Bruxelles, sarebbe la diretta conseguenza di un mancato piano nazionale composto da interventi concreti per cercare di limitare le morti premature perché a tutt’oggi ogni 10mila abitanti circa 15 decessi sono la causa diretta della presenza delle nell’aria delle polveri sottili.
“Per curare la malattia cronica della cattiva qualità dell’aria e dell’inquinamento acustico – ha dichiarato Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – non bastano interventi spot come la giornata nazionale della bicicletta o parziali limitazioni al traffico. Servono interventi più ampi e strutturali, dal contrasto all’auto privata al rilancio del trasporto pubblico, che deve essere appetibile per i cittadini tramite l’estensione delle corsie preferenziali e un’adeguata offerta dei km percorsi. Come ha osservato la Commissione europea – prosegue la Muroni – in risposta alla richiesta di deroga avanzata dall’Italia per i superamenti di PM10, è necessaria una legge quadro sulla mobilità, che stabilisca criteri uniformi per i provvedimenti comunali e provinciali in modo da garantirne l’efficacia e la durata nel tempo insieme allo stanziamento di adeguate risorse economiche per la loro realizzazione”.
Centri urbani avvelenati, intasati e coperti da una coltre di smog, causato dall’intensa presenza sul territorio di mezzi di trasporto a Roma e dell’84% degli ossidi di azoto a Napoli. Specificano i dati: i trasporti su strada emettono annualmente circa il 34,7% del PM10, il 55,5% del benzene, il 51,7% degli ossidi di azoto, il 43,1% del monossido di carbonio mentre l’industria siderurgica e petrolchimica impatta generando il 75% degli ossidi di zolfo (SOx), il 31,5% degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e il 28,8% delle polveri sottili (PM10). Aggiungendo le emissioni prodotte dai riscaldamenti domestici (il 18,7% delle polveri sottili e il 46% degli idrocarburi policiclici aromatici) il quadro delle cause della scarsa qualità dell’aria è quanto mai negativo.