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Legambiente: linee guida per integrazione tra rinnovabili e territorio proposte alla Regione Abruzzo

Oggi è finalmente possibile per le Regioni, ai sensi del Decreto legislativo 387/2003, fissare regole certe in modo da garantire trasparenza e efficacia delle procedure di realizzazione degli impianti e di tutela del paesaggio. Le Regioni hanno tempo fino a gennaio per definire le proprie regole altrimenti varranno le indicazioni – peraltro incomplete – delle Linee Guida nazionali.

Per questo Legambiente ha presentato al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi un documento, che è stato condiviso in occasione dell’assemblea nazionale dei circoli lo scorso novembre e che vi riportiamo in allegato, in cui vengono indicati dei punti fondamentali cui attenersi per arrivare ad una visione collettiva di forte sviluppo delle rinnovabili, e che permettano all’Italia di raggiungere gli obiettivi stabiliti nell’ambito della direttiva europea 2009 e vincolanti al 2020.

«Per farlo – spiega il presidente di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo – occorre puntare a integrare gli impianti nel paesaggio e nel territorio e a garantire trasparenza e legalità. In particolare si deve innescare una diffusa riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e creare le condizioni per cui gli impianti diventino una opportunità per bonificare e recuperare aree marginali, dismesse e nelle aree agricole per produrre energia e continuare le colture, integrando il reddito degli agricoltori. Sarà fondamentale che la discussione intorno alle Linee Guida diventi una opportunità per ragionare di territorio e di futuro, di una green economy che sia capace di dare risposta ai problemi dell’edilizia, della qualità urbana, dell’agricoltura, delle piccole e medie imprese. Ma le amministrazioni comunali dovranno accompagnare questi processi attraverso la definizione di piani energetici e una revisione dei propri strumenti urbanistici»

Il documento prende in esame l’integrazione nel paesaggio per le diverse fonti rinnovabili: impianti solari, impianti eolici, impianti da biomasse e biogas, idroelettrici e geotermici.

«Condizione imprescindibile per ciascuno di questi casi – spiega Luzio Nelli, della segreteria regionale di Legambiente – è la verifica dell’idoneità del sito e il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini. È compito delle Regioni individuare, sulla base di un censimento delle risorse locali disponibili (agricole, forestali, agroindustriali, urbane) aree vocate a distretti agro-energetici e definire comunque dei limiti di potenza massima complessiva degli impianti, installabili a scala provinciale o a scala di distretto».