Rinnovabili

Legambiente, Aper e Anev: Legge Molise blocca eolico

“Egregi Onorevoli, lo Stato italiano si è impegnato a promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel proprio territorio come opportunità per ridurre le importazioni di fonti fossili, le emissioni di gas serra e adempiere agli obiettivi fissati dall’Unione Europea in tema di innovazione energetica e lotta ai cambiamenti climatici”. E questo l’inizio della lettera inviata ai parlamentari italiani da Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente, Oreste Vigorito, presidente Anev e Roberto Longo, presidente Aper per stimmatizzare quanto previsto nella legge regionale adottata dal Molise in materia di eolico e fotovoltaico. “In questa strategia svolgono un ruolo centrale il solare fotovoltaico e l’eolico che sono tra le fonti energetiche quelle che evidenziano i più elevati tassi di crescita a livello mondiale e che grazie all’innovazione tecnologica avvenuta negli ultimi anni sono oggi estremamente competitivi”. “L’Italia che evidenzia un ritardo nella diffusione di solare ed eolico in ambito europeo – continua la missiva – ha promosso specifici incentivi che rendono competitivo l’investimento. È evidente che un tassello indispensabile per la realizzazione degli obiettivi nazionali per la diffusione delle fonti rinnovabili sta nella possibilità che gli impianti incontrino nelle diverse Regioni, a cui spettano i poteri autorizza tori, procedure che non ne ostacolino oltremodo la diffusione. La Legge n. 15/2008 recentemente approvata dalla Regione Molise contrasta a nostro avviso con questa prospettiva. Fa divieto di realizzare impianti eolici e fotovoltaici in ampie zone e senza alcuna distinzione (parchi e aree preparco, ZPS e SIC, l’intera area della Valle del Tammaro, ecc.). Per il fotovoltaico inoltre sono vietati impianti per 1,5 chilometri dalla linea di costa, 1 km da fiumi, laghi e dighe artificiali. Per l’eolico questi divieti sono ancora più estesi per quanto riguarda la distanza dalla costa, 5 km, e rimangono identici per distanze da fiumi, laghi e dighe artificiali”. “Analoghi limiti – scrivono ancora i rappresentanti di Legambiente, Anev e Aper – sono fissati per la distanza da strade e autostrade (100 e 200 metri) quando in tutta Europa è intorno alle infrastrutture viarie che si stanno portando avanti sperimentazioni per l’integrazione del fotovoltaico e anche in alcune esperienze dell’eolico. Per l’eolico si tocca il paradosso quando per vietare la realizzazione di impianti off shore, che non spetta alla Regione approvare, si fa divieto di realizzare impianti ‘anche per le opere connesse ricadenti sul territorio regionale’. In sostanza si fa divieto di collegare i cavi con la terraferma impedendone così la realizzazione. A noi pare che questo provvedimento sia in evidente contrasto con una politica di corretto ed equilibrato sviluppo delle fonti rinnovabili nel territorio italiano che ci preme portare avanti. Alcuni punti della Legge regionale appaiono in evidente contrasto sia con il decreto legislativo 387/2003 in materia di Fonti energetiche rinnovabili e sollevano questioni di legittimità costituzionale sia rispetto alla competenza statale in materia di ambiente che alla ragionevolezza di vincoli tanto restrittivi che precludono la possibilità di adempiere a obblighi ambientali imposti da trattati internazionali sottoscritti dall’Italia (cfr Sentenza della Corte Costituzionale 364/2007 e Tar Basilicata). Per le ragioni qui menzionate chiediamo al Governo di intervenire impugnando la Legge in oggetto di fronte alla Corte Costituzionale. Nel ribadire la disponibilità delle associazioni che rappresentiamo a approfondire i temi qui portati, inviamo i più cordiali saluti”.

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