Rinnovabili

Le Ong dal GSOTT8 all’Eni: “Vogliamo concretezza!”

(Rinnovabili.it) – E’ attualmente in corso in Sardegna il “GSOTT8”:https://www.gsotto.org, manifestazione alternativa al G8 che ha come obiettivo quello di trovare soluzioni sostenibili sia per l’uomo che per il Pianeta e a cui prendono parte 100 esperti di oltre 70 organizzazioni di più di 40 Paesi del mondo.
Le Ong, come Arci, World Development Movement e Legambiente, hanno voluto manifestare il timore che l’impegno a favore del Clima e dell’Ambiente da parte dei Paesi che parteciperanno all’incontro sul clima in programma per il prossimo 8 luglio a L’Aquila sia solo una farsa o “alla meglio una visita di beneficenza”.
“Per questo il nostro Gsott8 sarà un Forum – spiega Raffaella Bolini dell’ARCI – che dal basso, in basso a sinistra anche rispetto alla stessa isola sarda, nel percorso dei Forum sociali mondiali farà tappa nel Sulcis iglesiente Medio campidano mettendo a confronto le principali reti della società civile di tutto il mondo “per” spiegare ai G8 come, concretamente, possono cambiare politica e porre rimedio a molti dei gravi problemi che hanno creato in questi anni con le loro decisioni”.
Nell’odierno incontro, il CRBM (la campagna per la riforma della Banca Mondiale), la Fondazione Boell e l’Ong del Congo RPDH (Rencontre pour les droits de l’homme) hanno domandato all’Eni di bloccare i progetti nel Bacino del Congo riguardanti le sabbie bituminose e l’olio di palma. Le Ong hanno inoltre chiesto all’ENI di organizzare delle consultazioni per informare circa le proprie politiche ambientali e sui diritti umani.
”L’ENI e il governo italiano, azionista di maggioranza dell’ENI, stanno anteponendo i profitti alla tutela dell’ambiente e alla lotta contro la povertà”, ha dichiarato Elena Gerebizza della CRBM.
”Come presidente di turno del G8 che ha l’obiettivo di preservare il Bacino del Congo e promuovere partnership per lo sviluppo dell’Africa, dal momento che sostiene un progetto come questo l’Italia sta minando la sua credibilita’ internazionale”.
E’ poi intervenuto Christian Monze’o, rappresentante dell’Ong RPDH: ”Da parte dell’ENI non c’e’ stata alcuna seria consultazione con le comunità locali, il che contraddice ampiamente le stesse linee guida sui diritti umani della compagnia italiana”.

Exit mobile version