L’ultima in campo fotovoltaico arriva oggi dal Regno Unito. L’azienda britannica CIP Technologies ha, infatti, svelato i dettagli delle sue celle termofotovoltaiche (TPV) su cui a lavorato in collaborazione con la Wafer Technology e l’Università di Oxford e grazie alle quali ora è la detentrice di un nuovo record d’efficienza. Le TPV sono tradizionalmente celle in antimoniuro di gallio (GaSb), capaci di sfruttare la radiazione termica degli infrarossi per produrre elettricità, con un’efficienza di conversione del 9%. Questa caratteristica le rende adatte sopratutto nel recupero di calore dagli impianti industriali o nei sistemi di cogenerazione. Dopo tre anni di ricerca la CIP Technologies è riuscita a perfezionare tali dispositivi raggiungendo un’efficienza del 12%. Il “segreto” a quanto riferiscono i ricercatori del CIP consisterebbe nel semiconduttore impiegato, non il GaSb, ma, in questo caso, il fosfuro di indio (InP) che oltre ad una maggiora efficacia di conversione possiede costi più bassi. L’esperimento ha beneficiato dei finanziamenti delle agenzie pubbliche per l’innovazione Technology Strategy Board e Engineering and Physical Sciences Research Council (EPSRC) e ora punta oltre. Il gruppo di ricerca sta già lavorando alla seconda generazione di celle TPV per migliorarne il design e sperimentare strutture più complesse caratterizzata da più strati, tipica delle celle multi-giunzione. Obiettivo finale raggiungere un livello di efficienza superiore al 15 per cento e renderle adatte ad una gamma di applicazioni ancora più vasta.