Si è concluso il30 marzo con un seminario tecnico che si è svolto all’interno della Torre di Cerrrano, sede dell’Area Marina Protetta, lo scambio interregionale con i 26 delegati stranieri provenienti da 10 Paesi europei (Olanda, Francia, Regno Unito, Germania, Grecia, Portogallo, Spagna, Irlanda, Cipro e Slovenia), organizzato nell’ambito del progetto comunitario di cooperazione territoriale “Interreg IVC – Sustain”.
Ad accogliere gli ospiti, insieme all’assessore provinciale all’Ambiente, Francesco Marconi, il presidente del Consorzio di gestione dell’Area marina protetta Benigno D’Orazio che ha posto l’accento su come negli anni la collaborazione di associazioni ambientali e cittadini abbia portato alla diffusione di un forte interesse sugli aspetti naturali dell’area dunale e marina. In particolare, fondamentale è stata l’opera dei volontari nelle operazioni di pulizia delle spiagge dai rifiuti portati dai fiumi a seguito delle recenti alluvioni che si sono abbattute sulla costa teramana. Il direttore del Consorzio, Fabio Vallarola, ha illustrato ai partner il progetto “Eco a mare” che prevede l’impiego fattivo dei vongolari nella pulizia dei fondali marini dai rifiuti di origine antropica; le attività peculiari di un’area marina protetta, che può esercitare le proprie attività di gestione e programmazione congiuntamente su due differenti area geografiche (mare e terra) trattandole in maniera integrata come un unico ambiente “Le aree protette – ha dichiarato Vallarola – sono il miglior contesto in cui sperimentare nuove forme di sviluppo sostenibile del territorio” soffermandosi sulle opportunità per le attività di pesca concepite in maniera “sostenibile anche grazie al protocollo d’intesa con il Co.Ge.Vo., il locale Consorzio di gestione e tutela per la pesca dei molluschi.
L’assessore Marconi e l’architetto Maurilio Ronci, esperto del gruppo di Agenda 21 locale della Provincia di Teramo, hanno illustrato ai presenti il progetto pilota sul Contratto di fiume, che la Provincia sta portando avanti come iniziativa sperimentale per l’attuazione di strumenti strategici per una gestione integrata del territorio. “Il contratto di fiume – ha spiegato Ronci – è uno strumento volontario di programmazione negoziata che ha valenza pubblica ma interessa anche i privati. L’obiettivo è passare da politiche settoriali a politiche integrate, promuovendo un approccio di co-responsabilità e coordinamento tra le decisioni che competono ai diversi soggetti istituzionali”.
“In questo senso – ha chiarito l’assessore Marconi – ci siamo fatti promotori di questa iniziativa, al fine di inserire il contratto di fiume come strumento strategico all’interno del nuovo Piano triennale di tutela e risanamento della Regione Abruzzo. Il risultato atteso da questo progetto pilota è uno scenario strategico condiviso, ossia una visione strategica di medio-lungo termine, ampiamente condivisa, dello sviluppo locale che si intende perseguire (inteso come modello socio-economico, come paesaggio in senso lato, come qualita’ di vita, ecc) che comprende un insieme integrato di politiche/strategie da sviluppare in sinergia tra loro e formalizzare ad esempio nella definizione di un Master Plan del bacino idrografico”.
Nicola Ferri, dell’Istituto Zooprofilattico “G. Caporale” ha illustrato le principali attività dell’istituto e in particolare i sistemi di pesca sostenibile dei molluschi. “Abbiamo avviato una fattiva collaborazione con il Co.Ge.Vo – ha spiegato Ferri – formalizzata attraverso un Piano operativo contenente le linee guida e la definizione delle modalità di pesca a basso impatto ambientale che devono essere adottate dal Consorzio, ad esempio attraverso la rigorosa pianificazione dei periodi di pesca e delle quantità consentite di pescato. Il piano ha dato avvio ad un processo strutturato per la gestione sostenibile delle attività basato sia sull’esperienza dei pescatori che sul know-how tecnico-scientifico dell’Istituto Zooprofilattico”.
Ha concluso le relazioni tecniche l’intervento di Maurizio Rosa, geologo del Settore Viabilità della Provincia, che ha parlato del fenomeno dell’erosione costiera e relative strategie d’intervento adottate. “Siamo partiti da un preliminare monitoraggio delle aree critiche del litorale teramano interessate dal fenomeno – ha spiegato Rosa –, analizzando le problematiche connesse alla realizzazione di opere rigide e proponendo modalità d’intervento alternative quali strategie di arretramento, ripascimento morbido nelle necessarie quantità e ricostituzione dell’apparato dunale”.