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Lanterne verso il cielo: così i monaci buddisti pregano per le rinnovabili

Un folto gruppo di monaci buddisti provenienti da Thailandia, Giappone, Cina, Tibet e da molti altri paesi asiatici si è dato appuntamento ieri nella città sacra di Bodh Gaya, in India. Obiettivo: pregare e lanciare in alto lanterne illuminate per chiedere ai governi locali un potenziamento dell’uso delle rinnovabili e una nuova strategia di contrasto ai cambiamenti climatici

(Rinnovabili.it) – Ognuno utilizza gli strumenti che può per combattere i cambiamenti climatici e fare pressione sui governi per potenziare la produzione di energia da fonti rinnovabili. C’è chi adotta simbolicamente una turbina o chi sceglie forme più plateali come concerti e grandi manifestazioni di piazza. E poi c’è un popolo silenzioso, pacifico e dedito alla meditazione che usa solo la preghiera e delle lanterne lanciate verso il cielo per chiedere che il governo della sua città supporti le energie rinnovabili e adotti nuove strategie per contrastare i cambiamenti climatici.
Tutto questo non poteva che accadere in un luogo sacro, meta di pellegrini provenienti da molte zone dell’India che fanno tappa da molti secoli nella città di Bodh Gaya. Una città che ha visto ieri, come riferiscono diversi media locali, una manifestazione molto particolare di un gruppo di monaci buddisti che hanno acceso e lanciato verso il cielo, ai piedi della grande statua alta 80 piedi rappresentante il Buddha, delle lanterne per chiedere di potenziare lo sfruttamento di energie rinnovabili come soluzione alla crisi energetica della città sacra di Bodh Gaya. Una piccola città, situata nel distretto di Gaya, nello stato federato del Bihar, abitata da poco più di 30mila abitanti ma che è uno dei quattro più importanti luoghi di pellegrinaggio per i buddhisti.
“Molti bambini sono stati radunati qui – ha spiegato ieri Bhanke Dinanand che gestisce il tempio della città – da diversi monasteri proprio perché questa è una città pura. Abbiamo organizzato questo evento per sensibilizzare tutti sull’importanza delle fonti rinnovabili”. Il lancio delle lanterne in cielo, infatti, “è considerato – come ha spiegato sempre Dinanand – di buon auspicio per dare il via a una attività nobile come la produzione di energia sfruttando le risorse naturali della terra”. I monaci sono accorsi in gran numero per questa manifestazione dall’alto valore simbolico, percorrendo anche centinaia o migliaia di chilometri partendo da Thailandia, Giappone, Cina, Tibet e altri paesi. Tutti uniti dallo stesso spirito: dare un messaggio all’amministrazione locale e al mondo intero sull’importanza delle rinnovabili e sulla necessità di avviare una vera e propria “riconversione energetica” in chiave sostenibile in tutto il paese, senza danneggiare il clima.