Si è tenuta ieri la conferenza su “Alimentazione, Ambiente e Sostenibilità” promossa dall'Enea e l'Associazione Dosetti per creare un'occasione pubblica di confronto e discutere del nesso esistente tra abitudini alimentari e impatto ambientale
(Rinnovabili.it) – Cibo e ambiente sono due elementi cardini della sostenibilità, in particolare per i paesi in via di sviluppo. Partendo da questo assioma l’Enea, insieme all’Associazione culturale Dosetti, ha tenuto ieri una conferenza presso la Camera dei Deputati per mettere in chiaro proprio il rapporto tra alimentazione, agricoltura e sostenibilità. L’agricoltura ha il compito di produrre il cibo, ma dalle modalità con cui avviene questa produzione dipende anche lo stato di salute di tutto l’ecosistema, e quindi dell’uomo. Sotto processo è soprattutto il ricorso alle coltivazioni intensive. Lo sfruttamento eccessivo dei terreni agricoli, gli elevati consumi idrici, la perdita di biodiversità vegetale e animale, l’uso di concimi e antiparassitari chimici sono alcuni dei fattori critici dell’agricoltura intensiva i cui effetti collaterali non tardano a farsi sentire sull’uomo. Le comuni abitudini alimentari ne sono in qualche modo la premessa e la legittimazione: scegliere, ad esempio, di mangiare frutta fuori stagione ha inevitabilmente un ‘prezzo ambientale’. Cambiare approccio, riservando una maggiore attenzione a queste problematiche può contribuire al contrario a realizzare stili di vita che abbiano un minore impatto ambientale. La conferenza è stata anche l’occasione per concentrsi sugli aspetti sanitari e quelli energetici connessi al cibo. Dati recenti hanno infatti evidenziato come negli ultimi 100 anni, il rapporto tra gli input di energia e quella contenuta nei cibi sia passato da un valore vicino ad 1 ad oltre 100. Il bilancio di gas serra prodotti dall’agro-industria italiana rappresenta circa il 18% del totale delle emissioni. Un italiano contribuisce, con la sua dieta, con 1778 Kg di CO2 eq./anno al bilancio delle emissioni nazionali. Per ridurre l’uso di energia, e anche per renderlo più efficiente, è possibile intervenire nelle diverse fasi della filiera agroindustriale: produzione, trasformazione, packaging e distribuzione, cercando di ottimizzare i vari procedimenti. Se si considera che oltre un 1 miliardo di persone sul nostro pianeta sono denutrite o malnutrite, stando ai dati della Fao, la possibilità di migliorare la produzione alimentare senza affamare energeticamente il Pianeta, non è più solo una questione economica ma politica, oltre ad essere uno degli obiettivi del Millennio. La rivoluzione ambientale può, e deve, quindi incominciare proprio dalla nostra tavola.