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La tragedia in Abruzzo, la notte del terremoto

E’ arrivato di notte. Non erano ancora scoccate le 3,30 e il sisma ha scatenato tutta la sua potenza (6,3 della scala Richter, cioè 8-9 della Mercalli) a partire dall’epicentro, nel paese di Arischia, con una violenza che ha raso al suolo Castelnuovo ed Onna, giungendo a colpire L’Aquila, devastandone il tessuto urbano, cogliendo di sorpresa gli abitanti, pure allertati dal cosiddetto “sciame tellurico” che già da un mese faceva sentire le sue scosse.
E così nel pieno della notte, il risveglio più brusco e più brutto degli aquilani. Ancora non si può fare un bilancio definitivo. Le cifre aumentano, i decessi erano 6 alle 4.00 e al momento in cui scriviamo, alle 14.00, si è arrivati a 50 e le operazioni di sgombro e di ricerca sono agli inizi. Si contano di sicuro già centinaia di feriti e migliaia di sfollati che sono i protagonisti di una brutta fotografia che purtroppo è destinata a peggiorare.
Il dramma di chi perso la casa e con essa ha perso tutto e si ritrova di notte in strada, ormai solo con quello che è riuscita a mettersi addosso durante la fuga, il dramma di chi scava con ogni mezzo tra le macerie nella speranza di trovare familiari, amici, compaesani, il dramma di chi, intrappolato, attende, tra la vita e la morte, i soccorsi. E sullo sfondo le solite polemiche sulla prevedibilità o meno dell’evento o sulla mancata ristrutturazione di edifici pubblici e privati che, si sa, insistono su un terreno ad alto rischio sismico.
Rinnovabili.it non si occupa di questi temi, ma questa tragedia umana ci spinge a testimoniare la nostra solidarietà e il nostro cordoglio a tutti coloro colpiti da una tale disgrazia, un dovere umano, prima che civile cui la direzione e redazione non si sono volute sottrarre.

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