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La sicurezza energetica guiderà l’India verso la riduzione della CO2

(Rinnovabili.it) – Gli investimenti nelle tecnologie pulite son parte fondamentale del piano indiano per ridurre le emissioni nazionali di gas serra, per cui voci autorevoli preannunciano una vertiginosa crescita negli anni a venire. Ma per Kirit Parikh, fondatore ed ex-direttore dell’Istituto di Ricerca per lo Sviluppo Indira Gandhi di Mumbai, saranno soprattutto le attuali preoccupazioni per la sicurezza e l’approvvigionamento energetico a rallentare la crescita della CO2, diminuendo la dipendenza dai combustibili fossili.
In previsione dell’esaurimento delle risorse ad oggi classificate come non rinnovabili infatti, il governo ha istituito un Panel scientifico, guidato dallo stesso Parikh, con il compito di sviluppare una strategia a basso tenore di carbonio che, tramite il miglioramento dell’efficienza e l’accelerazione delle fonti rinnovabili, sappia mantenere una crescita economica pari alla proiezione di un 8-9 per cento annuo “Abbiamo bisogno di trovare nei prossimi 20 anni, al massimo 30, un’alternativa alle centrali elettriche a carbone”.
Anche se Nuova Delhi ha annunciato un nuovo piano climatico che individua nelle rinnovabili, come la fonte solare, l’elemento chiave, il carbone resta la spina dorsale della fornitura energetica in un paese dove quasi la metà della popolazione non ha accesso all’elettricità. Circa 70 milioni di tonnellate di questo combustibile vengono importate ogni anno, soprattutto per la fabbricazione dell’acciaio.
Eppure in India, parlare di un’economia a basso carbonio una volta era considerato politicamente molto rischioso, visti i costi economici coinvolti. Il Primo Ministro Manmohan Singh ha ora intenzione di dare un nuovo volto al Paese e nel mese di gennaio ha specificatamente richiesto a Parikh delle statistiche e scenari di sviluppo per iniziare un percorso verso un’economia più verde. La relazione preliminare del Panel è prevista per il mese prossimo e la presentazione finale nel mese di settembre.

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