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La Sicilia mette in campo il “federalismo energetico”

Sconti sui carburanti in tutta l’isola, risarcimenti dalle Raffinerie presenti sul territorio per danni ambientali, più rigore nel rilascio di autorizzazioni per la produzione di energie rinnovabili e precedenza ai rigassificatori con impianti off-shore

Il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo è pronto a proporre il cosiddetto “federalismo energetico”. Le linee guida dell’ambiziosa iniziativa ideata dal governo regionale dovrebbero essere messi in atto attraverso: sconti sul prezzo dei carburanti in tutta la Sicilia in modo da compensare i danni ambientali provocati dalle diverse Raffinerie presenti, l’introduzione di una royalty da calcolare in base agli utili d’impresa a beneficio del bilancio della Regione, maggiore rigore nel rilascio delle autorizzazioni per la produzione di energie alternative e infine precedenza ai progetti di rigassificazione con impianti realizzati off-shore. Lombardo insieme ai due Assessori all’Industria e all’Ambiente, Pippo Gianni e Pippo Sorbello hanno pianificato gli interventi, che si annunciano rivoluzionari. “Se il nostro territorio sopporta l’inquinamento e i guasti legati a una sovrapproduzione – affermano il governatore e i due Assessori – abbiamo il diritto di reclamare qualcosa di più che un pacchetto di posti di lavoro. Chiediamo di condividere con lo Stato oneri e onori e di incassare direttamente, come prevede lo Statuto autonomistico, le tasse applicate alle produzioni siciliane”. “La Sicilia produce un surplus di energia elettrica che viene messa a disposizione di altre regioni – sottolinea Gianni – e viene raffinato oltre il 50 per cento degli idrocarburi destinato al consumo in tutto il Paese”. “Alle imprese – inoltre aggiunge il collega Sorbello – vanno gli enormi utili industriali e lo stato lucra enormi entrate fiscali. Si calcola, naturalmente solo per approssimazione, che dalle accise sulle produzioni delle aree industriali di Gela e Augusta alle casse dello Stato giungano annualmente circa 30 miliardi di euro”. Secondo il governo regionale “è arrivato il momento di avere una corretta unità di misura” e di conseguenza si effettuerà, “una verifica per valutare in termini scientificamente esatti quale costo abbia pagato la Sicilia al modello industriale basato sul ciclo del petrolio e dei suoi derivati in termini di inquinamento, di depauperamento delle falde e soprattutto in termini di patologie professionali e sociali e di malformazioni neonatali”.

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