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La Russia boccia fusione South Stream e Nabucco

La risposta è no. La Russia non ha nemmeno preso in considerazione l’eventualità di unire un tratto del progetto di gasdotto South Stream, per portare il gas russo in Europa attraverso il Mar Nero, con il Nabucco, che porterà il gas dall’Asia centrale in Austria attraverso Turchia, Romania, Bulgaria e Ungheria.
Se di conferma ufficiale c’era bisogno, questa é giunta da Sergey Shmatkol, ministro dell’Energia di Mosca. E’ la risposta alla idea avanzata da Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni, che aveva sostenuto che i due gasdotti sono complementari e si sarebbe potuto fonderli per una parte dei loro percorsi.
Gazprom non ha gradito la proposta anche perché un compromesso tra i due progetti è impossibile a livello politico. E’ ovviamente ufficioso, ma si sa bene che tutto si gioca a livello politico e che si tratta di due progetti assolutamente alternativi. Ma la proposta era stata promossa a suo tempo addirittura dall’amministrazione Obama.
“E’ un’idea interessante – aveva dichiarato l’inviato speciale di Washington per l’energia, Richard Morningstar – che merita ulteriori discussioni e considerazioni ed è importante che tale questione abbia iniziato ad essere discussa”.
Gli Usa e Bruxelles però propendono nettamente per il progetto Nabucco, che dovrebbe portare il gas dalla zona del Caspio in Europa.
Ma la Russia invece insiste su South Stream, nato da Gazprom ed Eni e ora sottoscritto da altri Paesi. Per lo stesso ministro Sergey Shmatko: “Il nostro progetto è più forte. Abbiamo gli accordi e il gas. E aspettiamo di vedere il momento in cui il progetto Nabucco potrà competere con noi”.
South Stream passa il Mar Nero, dalla Russia alla Bulgaria, evitando l’Ucraina, e per proseguire fino all’Italia e all’Austria. Gazprom dichiara che il gasdotto, con una capacità di 63 miliardi di metri cubi l’anno, costerà 8,6 miliardi di euro.
Il Nabucco è invece un gasdotto che del Caspio arriva in Europa, tagliando fuori la Russia. Il condotto sarà lungo 3.300 km. con un costo di 7,9 miliardi. Il consorzio è composto dalla tedesca Rwe, l’austriaca Omv, la turca Botas, la romena Transgaz, la bulgara Bulgargaz e l’ungherese Mol e i fornitori del gas potranno essere l’Azerbaigian, il Turkmenistan e l’Iraq.

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