(Rinnovabili.it) – Gli scienziati del _Centro per la ricerca sui Nano-dispositivi e le Nanostrutture Adattative (CRAAN)_ del Trinity College di Dublino, in collaborazione con l’Università di Oxfor,d sono riusciti dove altri colleghi per decenni hanno fallito. Il lavoro a quattro mani condotto tra Oxford e Dublino ha portato i ricercatori a scoprire come separare materiali stratificati per produrre *nano-strati sottili come un atomo,* utili per realizzare trame bidimensionali con specifiche proprietà chimiche elettroniche.
L’obiettivo del progetto, finanziato in parte dal programma PEPINEN (“Processing and electron probing inorganic nanostructures for emerging nanotechnologies”), era quello di indagare e testare modalità rapide ed economiche per creare nanomaterili da impiegare nell’immagazzinamento energetico e i risultati ottenuti stanno suscitando ora gli stessi entusiasmi del grafene la molecola 2D che ha fatto meritare ai propri scopritori il premio Nobel 2010. Per ottenere i loro nano-strati 2D i ricercatori irlandesi hanno impiegato solventi comuni, ultrasuoni e dispositivi simili a quelli normalmente usati per pulire i gioielli, ottenendo così un processo veloce, poco costoso e potenzialmente scalabile. In sole due ore e partendo da un milligrammo di materiale, spiegano gli scienziati, si possono ottenere “miliardi e miliardi di nano-strati dello spessore di un atomo”.
Lo studio apre ad una serie di applicazioni nel campo energetico, a partire dall’impiego di questi materiali nei “supercapacitor” per le auto elettriche o nelle plastiche per produrre compositi ultraresistenti.
“Delle molte possibili applicazioni di questi nuovi nano-strati – dice il prof. Jonathan Coleman, ricercatore principale presso il CRANN – forse le più importanti sono quelle in cui sono usati come materiali termoelettrici […] quando integrati nei dispositivi, questi materiali possono generare elettricità a partire da calore residuo”. I lavori si concentreranno ora su oltre 150 materiali stratificati – come nitruro di boro, bisolfuro di molibdeno, e tellururo di bismuto – che hanno il potenziale di comportarsi come metallici, semiconduttori o isolanti, a seconda della loro composizione chimica e di come i loro atomi sono disposti, dando corpo a tutta una serie di nuovi “super” materiali.