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La partita Cina-Usa sulla lotta al cambiamento climatico

Adesso sono i cinesi che, almeno a parole, punzecchiano l'esecutivo statunitense affinché faccia di più per la lotta alle emissioni e soprattutto perché Obama faccia in modo che la legge Usa sul clima superi l'impasse in cui si trova da mesi al Senato.

(Rinnovabili.it) – Chi l’avrebbe detto? La Cina, che fino alla Conferenza di Copenhagen è stata accusata di essere una delle responsabili del fallimento dell’accordo finale, oggi invece invita pubblicamente gli Usa, e quindi Obama, a fare di più per combattere il cambiamento climatico. Il presidente statunitense, che ieri ha convocato una riunione alla Casa Bianca, facendo pressione su democratici e repubblicani per chiedere loro di sbloccare il provvedimento sul clima, si ritrova così destinatario di un sorta di appello del capo negoziatore cinese sul clima. Xie Zhenhua ha infatti dichiarato “…speriamo che gli Usa facciano di più… speriamo che gli Usa non spostino la responsabilità delle iniziative su altri paesi”.
Zhenha non ha evitato di mettere il dito sulla piaga, rimarcando come la legislazione sul clima debba ormai fare il suo iter al Congresso Usa, anche perché l’esponente di Pechino dichiara voler ottenere “risultati fruttuosi” al summit in Messico a fine anno e, a questo proposito, dichiara: “Vogliamo dialogare, cooperare e unirci alla comunità internazionale per fare progressi positivi”.
Ma se Obama si scontra con una resistenza all’approvazione della legge sul taglio del 17% dei gas serra (su base 2005) e sullo stanziamento di un “quota equa” del budget per i paesi poveri, la Cina, il “big one” mondiale nelle emissioni, deve mantenere la promessa di diminuire i gas serra prodotti per unità di Pil, tra il 40 e il 45% entro il 2020 (sempre su base 2005).

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