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La moda danese diventa ecofriendly, parola di ministro

(Rinnovabili.it) – Il modo in cui oggi gli abiti vengono prodotti e venduti determina conseguenze ambientali che non possono essere trascurate. oltre 2000 differenti sostanze chimiche sono impiegate nella produzione tessile e molte di loro incidono sia sulla salute umana che sull’ambiente. Basti pensare che il 25 per cento del consumo mondiale di pesticidi appartiene alla sola produzione di cotone, o che una singola t-shirt, prodotta in Cina e venduta in Europa si porta con sé un’impronta di carbonio pari a 50 kg di CO2. Per questo motivo il ministro dell’ambiente danese Karen Ellemann ha deciso di lanciare un “manuale”:https://www.mim.dk/NR/rdonlyres/0BD08189-032C-482F-89CE-260D08409CF8/123971/Environmentalhandbook05042011.pdf che possa essere d’aiuto alle imprese nazionali del settore tessile ma anche alle altre aziende con fornitori nei paesi in via di sviluppo o emergenti nella ricerca di una sostenibilità a 360 gradi. La guida, nata dalla collaborazione tra _Ethical Trading Initiative_ (DIEH) e il dicastero, dovrebbe rendere più semplice il processo di ecologizzazione della produzione, ad esempio, eliminando gradualmente l’uso di sostanze chimiche pericolose e riducendo al minimo la quantità di rifiuti. Ad esempio molte società in Asia non misurano i propri consumi idrici il manuale riporta esempi concreti su come conoscere e gestire tali consumi.
“Le imprese danesi – ha affermato Ellemann – si trovano di fronte ad una grande sfida nel momento in cui devono farsi carico della responsabilità ambientale di lavorare con fornitori e partner nei paesi in via di sviluppo. Voglio contribuire a rendere più facile e attraente per un’azienda l’essere green e questo manuale è uno strumento importante per raggiungere l’obiettivo”.

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