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La microelettronica del futuro? Si alimenta con l’energia che perde

L'ibrido ritorna di moda e nei laboratori della Louisiana Tech University una nuova tecnologia viene messa a punto per rendere i nanodispositivi elettronici capaci di raccogliere l’energia da loro stessi persa

(Rinnovabili.it) – Materiali piezoelettrici e le più moderne nozioni della nanotecnologia. Impiegando questi strumenti il Dr. Long Que, professore di ingegneria elettrotecnica presso la Louisiana Tech University, è riuscito in un’impresa particolare: creare un dispositivo capace di recuperare la sua stessa energia di scarto. Un successo senza precedenti quello che ha visto la luce nei laboratori statunitensi e che è stato descritto accuratamente nell’edizione di settembre della rivista _Applied Physics Letters._ La tecnologia messa a punto da Long Que impiega per l’appunto cristalli piezoelettrici che creano elettricità da ogni minima distorsione meccanica della loro struttura, rivestiti da un film di nanotubi in carbonio.
Il dispositivo ricorda visivamente un sandwich assemblato strato su strato: la superficie esterna è ricoperta dai nanotubi che hanno il compito di assorbire calore e luce proveniente dall’ambiente; due strati di elettrodi in nichel separano invece il piezo-materiale rispettivamente dal rivestimento in carbonio e dal supporto finale. Quando il film nano-strutturato riceve luce o calore, assorbe l’energia e provoca una flessione della struttura che si piega in avanti e indietro più volte. Di conseguenza il cristallo piezoelettrico generare elettricità e continua a farlo fintanto che la sorgente di luce e/o calore è attiva. “Il significato più grande di questo lavoro è che ci offre una nuova opzione nello stoccaggio dell’energia solare e termica in un unico chip”, spiega lo scienziato.
I ricercatori guardano lontano e, anche se per ora il progetto non è stato testato al di fuori delle condizioni di laboratorio, la speranza è che la tecnologia possa consentire di rendere perpetui micro/nano dispositivi o sistemi.