Rinnovabili

La lotta toscana ai cambiamenti climatici spiegata in Brasile

La Toscana e il suo fiume (l´Arno) indicatori locali dei cambiamenti climatici globali. Fotografia dello stato attuale, impegni per rallentare ed invertire la tendenza, strategie di adattamento al clima futuro. Questo in estrema sintesi il succo dell´intervento dell´assessore regionale alla risorse idriche, alla protezione del suolo e alla biodiversità Marco Betti, intervenuto al terzo meeting latino americano e caraibico sui cambiamenti climatici. I dati sull´indicatore utilizzato dall´assessore per fare il quadro della situazione sono preoccupanti: nel novembre scorso l´Arno ha fatto registrare a Nave di Rosano, (Pontassieve), una portata inferiore dell´87% rispetto alla media rilevata nello stesso mese nel periodo 2001-2006. La quantità media di acqua defluita nel novembre 2007 è stata infatti di 7,11 metri cubi al secondo, contro i 56,11 metri cubi medi del novembre degli ultimi sei anni. Pessimo anche l´andamento delle portate dei mesi di ottobre e dicembre rispettivamente con 7,28 e 12,23 mc/sec contro i 24,34 e 76,7 delle medie dei sei anni precedenti. Diminuzione delle precipitazioni e persistente siccità, aumento dei fenomeni climatici estremi e dell´erosione costiera. Contemporaneo aumento di 1,2 gradi della temperatura della superficie dei mari toscani, che in trent´anni (1976-2005) è passata dai 17,6 ai 18,8°. Questo è lo scenario che si sta presentando anche in Toscana. I punti principali per una Toscana sostenibile partono dalla formazione con l´ora settimanale di educazione al paesaggio proposta a tutte le scuole, l´1% del pil locale da destinare alla riduzione dell´effetto serra, aumento del 20% dell´uso delle fonti energetiche rinnovabili, istituzione del Registro regionale delle emissioni di CO2, limitazione dell´espansione edilizia, ostacolare la rendita, favorire gli investimenti, contrastare lo sfruttamento del suolo, costruire con tecniche di bioarchitettura, favorire il risparmio e il riuso dell´acqua, ridurre la quantità di rifiuti e contemporaneo aumento della raccolta differenziata, organizzazione di una mobilità e produzioni agricole locali a basso impatto ambientale.

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