(Rinnovabili.it) – Se l’immagine conta nel mondo reale molta più importanza sembra avere in quello virtuale soprattutto quando si tratta di “coscienza verde”. Devono averci riflettuto abbastanza negli ultimi mesi gli amministratori di Facebook “bacchettati da Greenpeace”:https://www.rinnovabili.it/utenti-in-rivolta-contro-facebook-il-social-network-abbandoni-il-carbone595718 per non aver fatto delle energie rinnovabili la fonte di approvvigionamento energetico principale per alimentare il nuovo mega data center di Portland, in Oregon. Una vera e propria “guerra verde” scatenata, in principio, dalle richieste degli stessi user del più diffuso social network del pianeta che avevano fatto pressione affinché il centro di raccolta dati non venisse alimentato da energia prodotta da inquinanti centrali a carbone. Pressione che poi era stata esercitata anche dall’associazione ambientalista che aveva dapprima inviato una lettera aperta per chiedere di attuare politiche energetiche più rispettose dell’ambiente a cui aveva fatto seguito una risposta piccata degli amministratori di Facebook.
Un botta e risposta che ha infiammato l’attenzione di tutti, utenti, attivisti e soprattutto amministratori costretti a correre ai ripari nei giorni scorsi per ripristinare “la credibilità green” del social network. Facebook ha infatti aperto una pagina dedicata “Green on Facebook” con la quale gli amministratori vogliono informare gli utenti su tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per dimostrare il proprio impegno a salvaguardia dell’ambiente e per la riduzione delle emissioni inquinanti. Allo stesso tempo gli amministratori del social network hanno annunciato di aver sancito un accordo di collaborazione con il gruppo di ricerca Digital Energy Solutions Campaign, che analizza il modo in cui l’information technology può essere usata per contrastare i cambiamenti climatici. Una operazione “verità” che però al momento è più teorica che pratica visto che non sono stati resi noti i dettagli dell’utilizzo di energie rinnovabili per alimentare il data center o l’adozione di politiche di intervento per contrastare il climate change.