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La Giunta approva il “Piano della luce”

Secondo le indicazioni del presidente Lorenzo Dellai e del vicepresidente e assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti Alberto Pacher, la Giunta odierna ha approvato lo schema di regolamento di attuazione della Legge provinciale n. 16 del 3 ottobre 2007 e il connesso piano di intervento per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento luminoso. Il cosiddetto “Piano della Luce” entrerà in vigore a breve, a partire da quella data i Comuni trentini avranno due anni per approvare i relativi Piani; con l’entrata in vigore del Piano provinciale andranno soggetti ad autorizzazione i nuovi impianti di illuminazione esterna realizzati dai privati.

Il regolamento e il Piano provinciale sono stati predisposti al termine di una lunga e articolata fase di ricognizione coordinata dall’Agenzia provinciale per l’Energia (A.P.E.) che ha visto il coinvolgimento di una pluralità di soggetti (enti, istituti, università, associazioni professionali e non interessate agli impianti di illuminazione esterna, alla salvaguardia del cielo notturno e all’inquinamento luminoso).
Il Piano promuove la minimizzazione dei consumi energetici nell’illuminazione esterna, per conservare e proteggere l’ambiente naturale, inteso anche come territorio, sia all’interno che all’esterno delle aree naturali protette, nel rispetto della sicurezza dei cittadini. Nel dettaglio si punta a: ridurre i consumi energetici, l’inquinamento luminoso, l’inquinamento ottico e l’illuminazione molesta su tutto il territorio provinciale attraverso la razionalizzazione degli impianti di illuminazione esterna pubblici e privati, compresi quelli di carattere pubblicitario, anche attuando iniziative che possano incentivare lo sviluppo tecnologico del settore. Tra gli intendimenti vi è la volontà di: migliorare le caratteristiche costruttive e l’efficienza degli impianti di illuminazione esterna, uniformare i criteri di progettazione anche per migliorare la sicurezza della circolazione, formare i progettisti del settore, e, più in generale, proteggere l’ambiente naturale, i ritmi delle specie animali e vegetali e gli equilibri ecologici dall’inquinamento luminoso, salvaguardare a beneficio di tutti la visione del cielo notturno e stellato considerato patrimonio naturale, nonché tutelare l’attività di ricerca scientifica e divulgativa degli osservatori astronomici del territorio, che necessitano di ampie fasce di rispetto.
Il Piano è stato redatto seguendo alcune priorità, fra cui: limitare la realizzazione di impianti di illuminazione esterna ai soli casi necessari, limitare il flusso luminoso disperso (ovvero l’inquinamento luminoso) e limitare i consumi energetici attraverso il contenimento delle potenze di illuminazione e dei tempi di accensione degli impianti.
Le linee guida prevedono una progettazione semplificata qualora si utilizzino fonti luminose rivolte verso il basso con un’intensità non superiore a 0,49 candele per 1.000 lumen, l’uso di lampade ad alta efficienza, nonché di contenere l’illuminazione delle strutture pubbliche all’effettiva necessità. È vietato utilizzare fari o fasci luminosi, fissi o semoventi, rivolti verso l’alto, ad eccezione di quelli previsti dalla normativa vigente o per motivi di interesse pubblico. Sono soggetti a disposizioni specifiche gli impianti destinati all’illuminazione di edifici storici e monumentali, nonché quelli per le zone coperte (portici, sottopassi, gallerie), mentre gli impianti sportivi dovranno essere considerati nella stesura dei relativi Piani regolatori di illuminazione comunali (P.R.I.C.).
Il Piano provinciale demanda l’adeguamento degli impianti esistenti ai Comuni i quali, nella fase di redazione dei propri piani di illuminazione, dovranno stilare una classificazione degli interventi più urgenti e comunicarli all’Agenzia provinciale per l’Energia. Sono previsti contributi fino al 100% della spesa ammessa, nel caso di richiesta da parte di enti pubblici, e fino al 50% della spesa nel caso di richiesta di soggetti privati, limitatamente agli interventi urgenti (tra questi rientrano ad esempio gli impianti dotati di corpi illuminanti con fascio di luce rivolto prevalentemente verso l’alto o di lampade molto inefficienti dal punto di vista del risparmio energetico come le lampade ad incandescenza). Questi dovranno essere adeguati entro tre anni, motivatamente prorogabili al massimo di altri tre.