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La forza del sole per estrarre il petrolio: un’alleanza improbabile?

Solare a concentrazione per il recupero secondario del greggio. Dall’idea di una società statunitense il primo impianto pilota in un vecchio pozzo californiano

(Rinnovabili.it) – L’energia solare e il petrolio sembrano essere due termini antitetici, ma negli Stati Uniti c’è chi ha trovato un modo per portare questi due elementi a creare quello che senza dubbio è un’alleanza improbabile. La scorsa settimana, la società GlassPoints Solar ha presentato un impianto pilota che sfrutterà tecnologia del solare a concentrazione per ottenere l’energia necessaria all’estrazione del petrolio in un vecchio campo situato a Kern County, California.
Un connubio unico al mondo quello che si celebrerà a breve nel giacimento e che a detta degli sviluppatori avrebbe il vantaggio di ridurre il gas normalmente impiegato nell’operazione, con benefici economici e ambientali. Nello sfruttamento di un pozzo petrolifero con l’esaurirsi della fonte la pressione sotterranea diminuisce e rendendo più difficile l’estrazione. Una delle modalità più spesso impiegate in questi cari ricorre a meccanismi di spinta artificiali come i _sistemi di gas injection_ oppure di _water injection_ che sfruttano la combustione del gas naturale.
Il metodo messo a punto da GlassPoint prevede invece la realizzazione di una serra in vetro contenente dei trogoli riflettenti in alluminio sottilissimo (2,2kg/m2). Sensori multipli tracciano la posizione del sole nel cielo e l’energia fornita al ricevitore in tempo reale, regolando la posizione degli specchi con la struttura in maniera tale che siano otticamente allineati in ogni momento. Il sistema, che ha richiesta una settimana di lavori per essere installato, riscalda l’acqua a oltre 390 °C per creare vapore da iniettare nel terreno ed è quindi in grado di consumare molta meno energia rispetto ai metodi più tradizionali.