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La Corte di giustizia europea condanna di nuovo l’Italia

(Rinnovabili.it) – Già nel 2007 la Commissione europea faceva ricorso contro l’Italia per inadempimento, a seguito dell’emergenza rifiuti venutasi a creare nella Regione campana. Capo d’accusa, l’inefficienza nella creazione di una rete adeguata di impianti per lo smaltimento, mettendo così a rischio per la saluta umana e l’ambiente. Secondo la normativa europea a riguardo gli Stati membri hanno il compito di assicurarne lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti, limitarne la produzione ma anche promuovere lo sviluppo di tecnologie pulite e di prodotti riciclabili e riutilizzabili.
Per quanto riguarda quelli urbani lo smaltimento deve avvenire il più vicino possibile ai luoghi di produzione, quindi se lo Stato membro organizza la procedura a livello regionale, come avviene in Italia, ogni regione dovrà allora attivarsi in tal senso. Nonostante l’aiuto offerto da altre regioni italiane e dalla Germania, in Campania si riscontra ancora la presenza di rifiuti ammassati per le strade mostrando in tal modo la mancata soluzione al problema e di conseguenza la mancata creazione di strutture adeguate, inoltre gli impianti già esistenti sono stati considerati inadatti al soddisfacimento delle esigenze regionali. Al momento dell’emergenza si contavano 55000 tonnellate di rifiuti per le vie delle città campane, 120000 tonnellate in attesa di trattamento, portando la popolazione all’esasperazione. Secondo la “Corte di giustizia”:https://curia.europa.eu/jcms/upload/docs/application/pdf/2010-03/cp100020it.pdf non esistono casi di forza maggiore, come possono essere l’esistenza di attività criminali e gli inadempimenti contrattuali, problematiche reali di questa regione, tali da giustificare la violazione della legge, l’aver messo in pericolo la salute dei cittadini, arrecando danni anche all’ambiente e al paesaggio.

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