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La centrale elettrica del futuro? Va a vodka e s’istalla nel cortile di casa

(Rinnovabili.it) – Ci sono usi migliori per la vodka, sostiene il vice presidente della sezione marketing di Bloom Energy, ma la tecnologia messa a punto dalla società e svelata in questi giorni potrebbe funzionare anche con la bevanda numero uno della Russia. La compagnia, fondata da un ex scienziato della NASA, ha realizzato quella che si potrebbe definire una mini-centrale elettrica in miniatura o, come viene appellata, “in scatola” per via delle ridotte dimensioni e della elevata potenza. Battezzato con il nome di Bloom Energy Server, il sistema impiega fuel cell ad ossidi solidi che impiegano semplice biossido di silicio, o in altre parole sabbia al posto dei metalli preziosi solitamente richiesti dalle pile a combustibile, e piastre in ceramica rivestite da particolari inchiostri su cui vige però il totale riservo. Caratteristica ancor più interessante il dispositivo è in grado di funzionare con “qualsiasi” combustibile, dall’idrogeno al biogas fino all’etanolo prodotto a partire dall’erba o dal letame. E anche alimentato con un combustibile fossile, sostiene la società, il sistema risulta circa il 67% più pulito di una tipica centrale elettrica a carbone. Dalle dimensioni approssimative di un pick up e la potenza di circa 100 kW è in grado di produrre energia sufficiente a soddisfare le esigenze di circa 100 abitazioni medie negli Stati Uniti. Per ottenere tutto ciò KR Sridhar, co-fondatore della società e ora anche amministratore delegato, ha impiegato circa dieci anni; i primi test sono stati svolti in gran segreto da grosse compagnie quali Google, Coca-Cola, eBay, Bank of America. Il progetto ha già guadagnato sponsor prestigiosi come il governatore della California Arnold Schwarzenegger ed un investimento totale di 400 milioni di dollari. Ogni ‘centrale in scatola’ ha, per ora, un costo di produzione dell’energia di circa 8 centesimi di dollaro per KW/h e un prezzo tra i 700.000 e gli 800.000 dollari nonostante l’intento della società sia quello di riuscire a realizzare nei prossimi anni unità “consumer” per le abitazioni residenziali del costo di circa 3000 dollari.

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