Il caso dell’impianto di cogenerazione a biomasse centrale termoelettrica in progetto in località Ciapela a Vara di Urbe, sarà trattato il 24 settembre (ore 9,30) in Provincia, l’ente incaricato in materia. La scottante pratica prevede la convocazione della Conferenza servizi referente per discutere la realizzazione impianto di produzione energia termica che sarebbe costruita dalla ditta Benarco Energy srl di Bormida e Altare, il cui titolare è Adolfo Pastorino. Tra il lungo elenco dei convocati, non figura, come da prassi burocratica, il Comitato “Salviamo la Ciapela” che lotta contro l’installazione dell’impianto in quella vallata dell’orbasco e che ha indicato altre quattro zone, sempre nel territorio di Urbe, come alternative alla costruzione del sito. Secondo Pastorino, l’impianto di trattamento di biomasse forestali prevede la rigenerazione del legno per la produzione di energia elettrica da insediare nel territorio di Urbe, con l’eccedenza venduta alla rete Enel.
Il 17 agosto è stata depositata agli uffici della Provincia la domanda per realizzare un impianto di produzione alimentata a biomasse, avente potenzialità elettrica pari a 1 megawatt e quella termica complessiva massima installata pari a 4,9 megawatt, con connessi fabbricati di quella che è stata battezzata “Cittadella del legno”. La futura centrale è stata criticata dal Comitato “Salviamo la Ciapela”, i cui membri rilevano che la struttura può essere ospitata altrove. “La centrale occuperà una decina di dipendenti, altri cinque-sei saranno assunti per la segheria. Una filiera di approvvigionamento corta che garantisce vantaggi economici che ricadono direttamente sul territorio”, ha spiegato il titolare della Benarco Adolfo Pastorino.
Dal Comitato “Salviamo la Ciapela” tuttavia ribattono: “Il trattamento delle biomasse forestali, così come illustrato dalla Benarco Energy, in realtà consiste nell’approvvigionare 50 mila tonnellate/anno di legname per produrre solamente 450 t/anno di tavolame e 1980 tonnellate/anno di cippato. E’ evidente che la differenza in peso è tutta bruciata; l’impianto previsto a progetto non prevede quindi la rigenerazione del legname, ma piuttosto la combustione per produrre energia elettrica; è ceduta all’Enel e non alla comunità di Urbe direttamente, non tanto l’eccedenza di corrente prodotta quanto la maggiore quota (920 kW dei 1000 kW prodotti) – spiega la presidente del Comitato Anna Maria Campello – Infatti, la ‘cittadella del legno’ decantata come un artificioso spot pubblicitario richiede, per le sue attività secondarie, di soli 80 kW di elettricità; da parte del titolare della Società Benarco e purtroppo, anche dal sindaco Maria Caterina Ramorino al suo vice Lorenzo Zunino, appare evidente la volontà di non trovare una localizzazione alternativa a quella oggi prospettata. La Benarco ha negativamente e superficialmente sull’idoneità delle quattro nuove aree proposte, scartandole con fulminea velocità. Quindi le aree ipotizzate in alternativa sono quattro e non cinque, esse sono state individuate per la sola volontà del Comitato e nessun sopralluogo congiunto è stato mai effettuato”.