Il risparmio energetico ed il comfort negli ambienti domestici sono gli obiettivi alla base del concetto di Casa Passiva, promossi e divulgati dal progetto europeo Passive-On
Si è tenuto mercoledì a Milano il Convegno “Passive-On: verso le case a zero emissioni”, che ha avuto come oggetto la discussione delle azioni e delle politiche da attuare al fine di rendere possibile la costruzione di case a zero emissioni nell’arco di otto anni. Il convegno, organizzato dal Diaprtimento di Energetica del Politecnico di Milano nell’ambito del progetto Passive-On, progetto di ricerca patrocinato dal programma europeo SAVE Intelligent Energy per divulgare e promuovere le case passive nei paesi mediterranei.
Lo standard della Casa Passiva, concetto nato e attuato prima di tutto nelle regioni fredde del nord del mondo, in Italia in prevalenza nel Trentino Alto Adige, in special modo nelle Province Autonome di Trento e Bolzano, sta ormai diventando una prassi certificata per la costruzione sostenibile che tiene conto non solo del comfort interno per l’abitante, ma anche e soprattutto della riduzione nell’utilizzo dell’energia e della diminuzione dell’impatto ambientale. In una casa passiva infatti il fabbisogno energetico per il riscaldamento invernale non supera i 15 kWh/m²a, all’incirca l’85% in meno rispetto ad una casa standard, che si aggira attorno ai 120 kWh/(m²a). Alla base del progetto Passive-On, che fornisce linee guida per la progettazione e un software di disegno, sta la volontà di divulgare il concetto di Casa Passiva alle regioni del Sud dell’Europa, per le quali la sfida è coniugare il comfort invernale con quello estivo, molto più critico rispetto a quello di Paesi freddi come la Scandinavia o la Germania, poiché implica il raggiungimento di condizioni di comfort attraverso il raffrescamento estivo passivo degli ambienti interni riducendo la richiesta energetica.
Il convegno ha visto l’intervento di diversi attori sulla scena della progettazione, che hanno portato esempi concreti di applicazione del concetto di casa passiva, tra i quali la Passivhaus di Cherasco, dell’Arch. M.G. Novo, l’esperienza degli insediamenti di edilizia a basso consumo energetico del Comune di Brescia ed il programma per l’introduzione della casa a emissioni zero del Regno Unito, illustrata da Rosa Schiano, dell’Università di Nottingham. Gli esempi descritti sono di fondamentale importanza per dimostrare che l’obiettivo è assolutamente concreto e che potrebbe essere un valido motivo di ispirazione per iniziative spontanee ed immediate da parte degli Enti Locali e Nazionali, al di là del recepimento della Direttiva Europea 2002/91/CE sulle prestazioni energetiche degli edifici. Uno sguardo più ampio al concetto di casa passiva secondo gli standard Passive-On ci porta ad individuare quattro steps che, per una corretta progettazione, sono fondamentali al raggiungimento dell’obiettivo di risparmio energetico:
1. Serramenti altamente isolati;
2. Eliminazione dei ponti termici;
3. Infiltrazioni molto ridotte;
4. Ventilazione forzata con recupero di calore dell’aria in uscita.
Il progetto inoltre esamina le eventuali problematiche che, nei paesi aderenti, si frappongono alla diffusione e all’adozione della metodologia della casa passiva sul territorio, proponendo soluzioni di tipo regolativi/organizzativo, un modello di analisi comune per la stima del risparmio energetico e dei benefici politici e amministrativi dovuti alla certificazione e all’adozione degli standard di Casa Passiva. Sono già 5000 le case passive realizzate in Europa, e l’Italia non sembra voler essere il fanalino di coda.