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La burocrazia frena le rinnovabili indonesiane, parola di Locke

Nel suo viaggio asiatico il segretario al commercio Usa elogia i leader indonesiani per gli ambiziosi obiettivi ambientali, ma suggerisce che una mobilitazione del settore privato per sfruttare appieno le risorse e la tecnologia

(Rinnovabili.it) – Un quadro normativo incerto e un eccesso di burocrazia sono i principali ostacoli con cui si trovano a combattere coloro che vogliono investire in progetti di energia pulita in Indonesia.
Il quadro così dipinto dal segretario al Commercio statunitense Gary Locke è la diretta conseguenza del malessere denunciato da alcune aziende americane alle prese con progetti nell’arcipelago e rimaste avvinghiate in regolamenti “incoerenti” e percorsi autorizzativi troppo complicati. “Parlando con gli imprenditori americani, la preoccupazione principale che avverto è che non c’è sufficiente trasparenza a livello governativo”, ha affermato Locke spiegando che spesso e volentieri le società investitrici “non sanno quali sono le regole, come saranno applicate o come vengono prese le decisioni, specialmente a livello locale”; colli di bottiglia burocratici in grado di ritardare anche per anni la realizzazione dei progetti. “Specialmente nel settore dell’energia, dove il capitale iniziale può essere di centinaia di milioni di dollari, questa incertezza è in grado di inibire gli investimenti esteri”.
Il segretario, attualmente in visita a Jakarta, ha incoraggiato il Paese asiatico a sfruttare il suo sole, vento e mare per la produzione energetica, soprattutto attraverso la micro-generazione diffusa: “L’Indonesia ha il potenziale per essere uno dei più grandi utilizzatori e produttori di energia rinnovabile”.