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L’Uomo Vitruviano patisce i cambiamenti climatici al Polo Nord

(Rinnovabili.it) – Una gigantesca riproduzione dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci è stata scelta da Greenpeace come simbolo di lotta ai cambiamenti climatici, i cui effetti devastanti si ripercuotono ogni anno nelle regioni artiche.
L’opera è stata realizzata dall’artista John Quigley grazie all’aiuto di volontari della _Artic Sunrise_, la nave di Greepeace che in questi giorni supporta i ricercatori della Cambridge University nella misurazione dello spessore dei ghiacci: tutti insieme sono riusciti a sfruttare un blocco di ghiaccio grande quanto 4 piscine olimpioniche, (situato a circa 800 chilometri dal Polo Nord), per “_disegnare_” il famoso capolavoro rinascimentale grazie all’uso di particolari fasce di rame comunemente impiegate per la produzione dei pannelli solari, (successivamente rimosse al termine dei lavori).
L’Uomo di Vitruvio in questo caso, è stato realizzato senza le sue due braccia destre e senza una gamba, come a rappresentare simbolicamente la fusione dei suoi arti nel mare a causa dello scioglimento della banchisa di ghiaccio.

Secondo Greenpeace infatti, “_gli ultimi dati sullo spessore minimo dei ghiacci artici, attesi per la fine di settembre potrebbero far registrare uno dei record più bassi della storia_” – minore addirittura dei livelli record raggiunti nel 2007 – con la conseguenza che “_i ghiacci potrebbero arrivare a scomparire del tutto, nel periodo estivo, entro i prossimi vent’anni, con gravi ricadute per l’umanità e per la biodiversità del pianeta_”.
Lo scioglimento dei ghiacci antartici al livello del mare, potrebbe quindi non solo compromettere l’intero ecosistema polare, ma anche quello globale tenendo conto che i ghiacci artici riescono aiutano a mantenere stabile il clima, riflettendo l’80% dell’irraggiamento solare nello spazio, speriamo solo che iniziative come quelle di Greenpeace e dell’_aerial artist_ Quigley, possano seriamente aiutarci a riflettere sugli effetti devastanti che agiscono in realtà naturali così apparentemente lontane dai nostri problemi quotidiani.

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