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L’oro degli sciocchi diviene promessa fotovoltaica

(Rinnovabili.it) – La pirite, nota in passato come l’oro degli stolti a causa del colore ingannatore, potrebbe in realtà costituire una vera e propria miniera d’oro per l’industria del fotovoltaico. Lo sostengono alcuni scienziati svizzeri del NLV Solar e i ricercatori statunitensi dell’University of California che stanno impiegando questo abbondante minerale per ottenere celle solari che si dimostrino efficienti ma meno costose di quelle tradizionali in silicio.
In realtà gli studi sulla pirite negli anni hanno rivelato avanzamenti nelle prestazioni molto ridotti, non riuscendo a superare un’efficienza di conversione del 3%.
In teoria, la pirite sarebbe in grado di assorbire uno spettro di lunghezze d’onda più ampio di quello del silicio. Nella pratica però la sua struttura fisica, essendo una lega naturale di ferro e zolfo, può variare e a meno che l’intera cella non possieda la stessa fase anche piccole variazioni riducono drasticamente la sua capacità di convertire la luce solare in energia elettrica.
Gli scienziati californiani hanno pensato di risolvere l’ostacolo impiegando la nanotecnologia: manipolando il minerale a livello atomico è possibile aumentare il numero di lunghezze d’onda catturabili, eliminando nel contempo le tracce ‘fuori fase’.
I prototipi mostrano in realtà un’efficienza davvero ridotta (1,6%), ma nel compenso sono realizzati nella stessa struttura fisica. L’University of California non è la sola a guardare alla pirite come base per il fotovoltaico. La NLV Solar in collaborazione con la casa automobilistica svedese Koenigsegg ha realizzato una concept car elettrica, denominata Quant, che impiega il Pyradian, rivestimento trasparente brevettato basato su pirite di ferro e che grazie a strati multipli cattura i raggi solari, con un’efficienza stimata tra il 28% e il 50%.

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