Esiste una città che ha fatto dei rifiuti una delle risorse per la sua rinascita urbana: si tratta della giapponese Kitakyushu e l’agenzia per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite ora vuole replicarne il successo
(Rinnovabili.it) – L’UNIDO, agenzia delle Nazioni Unite creata per promuovere lo sviluppo industriale, ha annunciato in questi giorni un nuovo accordo per aiutare i paesi emergenti ad acquisire le necessarie tecnologie ambientali e di riciclaggio dei rifiuti attraverso lo scambio d’informazioni con una delle città più “verdi” del mondo. Si tratta del centro nipponico di Kitakyushu, in Giappone, creatore di un sistema gestione dei rifiuti in grado di trattare quasi tutti gli inquinanti organici persistenti (POP – Persistent Organic Pollutants), ovvero sostanze chimiche molto resistenti alla decomposizione, capaci, in alcuni casi, di rimanere presenti nel terreno anche fino a vent’anni prima di dimezzarsi.
Proprio per le loro caratteristiche di persistenza e tossicità i POP risultano particolarmente nocivi per la salute umana e rappresentano dunque un aspetto critico per qualsiasi municipalità. All’interno del *Piano Eco-town*, varato dalla stessa cittadina nel 1997, il riciclo ha una parte fondamentale proprio perché, a causa di forze maggiori, Kitakyushu si è trovata a dover passare da una produzione intensiva del ferro ad una dimensione meno industriale e più a portata di cittadino. La filosofia che la città sta perseguendo con successo da oltre 20 anni è semplice e intelligente: promuovere il concetto di zero emissioni attraverso il riutilizzo dei rifiuti di un settore come materie prime in un altro settore. In base all’accordo, l’UNIDO invierà decisori, tecnici ed ingegneri per un periodo formativo nella cittadina giapponese, in maniera tale da acquisire le nozioni alla base del progetto Ecotown.
“Con il trasferimento di moderne tecnologie ai paesi in via di sviluppo, stiamo aiutandoli a conformarsi alle prescrizioni giuridicamente vincolanti della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti”, ha affermato Kandeh Yumkella, direttore UNIDO, citando il trattato internazionale che mira a eliminare o limitare la produzione e l’uso dei POP.