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L’obiettivo green di Pechino richiederà il boom dell’idroelettrico

(Rinnovabili.it) – La Cina vuole raggiungere il 15% di produzione di energia da fonti non fossili (si parla, dunque, anche del nucleare) entro il 2020; un target annunciato pubblicamente a Copenaghen dai funzionari mandarini ma che, secondo l’Agenzia dell’Energia Nazionale (NEA – National Energy Administration), non sarà possibile raggiungere senza un adeguato piano di investimento e sviluppo dell’idroelettrico.
Zhang Guobao, capo della NEA, ha messo in luce la questione dei target energetici sottolineando che “i progetti di nuove centrali idroelettriche svolgeranno un ruolo decisivo nella strategia della Cina verso il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni nel 2020 e la loro realizzazione deve essere avviata prima del 2015”.
Il Paese attualmente possiede una capacità idroelettrica di 197 GW di capacità di generazione ma non priva di criticismi dipendendo in larga parte dalla discussa diga delle Tre Gole.
“Considerando le attuali capacità e i progetti in costruzione la Cina ha bisogno d’iniziare a costruire circa 120 GW di nuovo idroelettrico da oggi al 2015”, ha detto Zhang, su cui ricade peraltro il compito di approvare i progetti di grandi dimensioni. Una scelta energetica difficile: molti dei piani presentati avevano subito una battuta d’arresto per negative ricadute su immigrazione e ambiente. Dal canto suo, il governo ha confutato le accuse che la costruzione di centrali nelle regioni colpite dalla siccità avesse aggravato la penuria d’acqua o causato danni ambientali. “Ogni fonte energetica ha effetti positivi e negativi e non può essere letta solo da un lato…ma va valutata in maniera globale”, ha detto Zhang. Intanto il famoso progetto Tre Gole ha comportato finora il trasferimento di circa 1,4 milioni di abitanti ed estinto il Lipote, un delfino di acqua dolce che popolava le acque del fiume Yangtze.

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