Dopo il devastante terremoto e tsunami che ha devastato l’isola cilena sono stati approvati piani “rinnovabili” per la ricostruzione di case ed edifici pubblici. Con l’obiettivo di portare pannelli solari, serre e turbine eoliche anche fuori dai confini dell’arcipelago
(Rinnovabili.it) – La sua natura incontaminata aveva ispirato a Daniel Defoe le avventure di _Robinson Crusoe_ ma l’isola cilena, formalmente conosciuta con il nome di _Juan Fernandez_, nel febbraio di quest’anno era stata completamente travolta e distrutta da un terremoto e uno tsunami. Ora, però, è arrivata la fase della ricostruzione e i suoi abitanti hanno voluto puntare tutto sull’energia pulita. La prova che, anche per le popolazioni più remote del pianeta, le rinnovabili non sono solo un’occasione di rilancio ma una soluzione energetica pensata per il futuro. Sono stati, infatti, studiati dei piani di intervento per la ricostruzione di 42 abitazioni e diversi edifici pubblici situati nelle zone interne dell’isola più popolata, _San Juan Bautista_, che sfrutteranno pannelli solari, sistemi di raccolta delle acque, serre e turbine eoliche.
“Lo tsunami è stata una vera tragedia per noi – ha spiegato Cristián Lopez, consigliere tecnico cittadino – ma ci ha dato l’opportunità di fare qualcosa di concreto per realizzare il sogno di una completa sostenibilità in tutta l’isola”. L’isola di _Juan Fernandez_ si prepara, infatti, a fare da apripista per lo sviluppo della sostenibilità ambientale e dell’energia pulita in Cile ed è diventata il punto fondamentale non solo della ricostruzione ma anche di un nuovo modo di concepire il futuro energetico nel Paese. Gli analisti infatti hanno sottolineato che fino a questo momento l’impegno della nazione sulle rinnovabili si era fermato allo sfruttamento degli impianti eolici in Patagonia e nel deserto di Atacama, senza prendere in considerazione le fonti non convenzionali di energia pulita anche per un uso domestico.