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L’idrogeno sale in quota e conquista le cime del Trentino

(Rinnovabili.it) – Se prima offriva ai suoi ospiti il conforto di un pasto caldo e di un letto pulito a 3.040 metri d’altezza, ora il rifugio trentino “Ai Caduti dell’Adamello”:https://www.rifugioaicadutidelladamello.it/ fornirà un servizio in più, tutto sfruttando semplicemente il sole. Mancano pochi dettagli per dare ufficialmente il via libera all’entrata in funzione dell’impianto che potrà produrre idrogeno dal sole e dall’acqua, grazie all’impianto fotovoltaico istallato sul tetto. Condizioni ottimali, quelle di questo rifugio che ha ospitato nella sua lunga storia anche Sandro Pertini e Papa Giovanni Paolo II, per l’ottimo irraggiamento solare che si ottiene ad alte quote. Sfruttare la radiazione solare a vette così elevate, infatti, è particolarmente vantaggioso, considerando, ad esempio, che a 3.000 metri di altezza la potenza della radiazione solare è superiore del 30% rispetto a quella del livello del mare.
Il progetto, nato nel 2008, è stato presentato ieri al consiglio di amministrazione della fondazione che gestisce il rifugio e ha incassato il plauso anche dei presidenti delle province di Trento e Brescia, Lorenzo Dellai e Daniele Molgora. Un lavoro di quasi tre anni per fare del rifugio trentino un esempio “energetico” virtuoso grazie al gruppo di ricercatori che lo hanno messo a punto presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, coordinati dal professor Miotello. Per la produzione di idrogeno, però, bisognerà aspettare ancora qualche giorno, dopo aver effettuato gli ultimi test sulla resa e sulla tenuta dell’impianto a basse temperature. Quello di questo particolare rifugio non è solo uno dei pochi impianti italiani di questo genere ma soprattutto un ottimo esempio di rispetto della natura e di produzione energetica anche in condizioni “estreme”.

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