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L’etichetta “Per il Clima” fa capolino nel mondo dell’IT

(Rinnovabili.it) – Epson mette a nudo le proprie emissioni e lo fa scegliendo di adottare per le proprie stampanti l’Etichetta “PER IL CLIMA”, il progetto di Legambiente nato per andare incontro alla nuova sensibilità dei consumatore. L’associazione propone infatti un’etichettatura volontaria di prodotti o servizi che renda chiaramente visibile le emissioni di gas serra ad essi associate. Duplice l’obiettivo: da una parte ovviamente aumentare la conoscenza dell’utente finale in merito alla CO2 connessa al ciclo di vita, dall’altra certificare l’impegno aziendale ad adottare una politica di trasparenza sulle proprie emissioni. Nel caso di “Epson”:https://etichettaperilclima.viviconstile.org/resource/pdf/010_Epson_B510DN_300510.pdf, si tratta della prima tra le aziende Information Technology (IT) a comunicare la quantità di anidride carbonica generata da 22 tipologie di stampanti (sia laser che ink jet) durante il loro utilizzo.
La prima ad essere etichettata sarà la _business inkjet Epson B510DN_; dai calcoli effettuati in base ai consumi elettrici durante un ciclo settimanale medio _(Typical Electricity Consumption, TEC)_ l’impronta di carbonio risulta essere *pari a 0,134 grammi di CO2 equivalente* a pagina stampata (in modalità draft). Per fare 3360 stampe l’impatto complessivo sarà di 452 g di CO2 eq. L’etichetta fornisce inoltre al consumatore consigli inerenti al risparmio energetico e un miglior uso del prodotto stesso come l’impiego di carta riciclata, possibilmente con etichettature ambientali (per esempio l’Ecoflower europeo.
“Complimenti ad Epson che ha aderito a Etichetta “PER IL CLIMA”, una vera iniziativa italiana di green economy, sull’esempio di altri paesi europei, dove ormai le istituzioni e le imprese sono impegnate in prima fila a favore dell’ambiente – dice Andrea Poggio, vicedirettore nazionale di Legambiente -. Oggi Epson è la prima azienda del settore che consente ai consumatori di scegliere non solo in base al prezzo e alle funzionalità, ma anche in base all’impatto sui consumi energetici e le alterazioni climatiche. Un esempio che speriamo siano in molti a seguire. È così che ognuno può fare la sua parte per ridurre il consumo energetico”.

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