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L’ENEA spiega il futuro delle Fuel Cell Microbiche

Si è tenuto a Bruxelles, presso la sede dell’Europarlamento, un incontro organizzato dall’ENEA per discutere dell’attuale stato dell’arte e delle prospettive future che coinvolgeranno l’applicazione delle MFC (Microbial Fuel Cell), ovvero le celle a combustibile a base batterica. Nelle MFC l’attività microbica permette di ottenere dall’energia chimica direttamente quella elettrica, eliminando tutto quel ciclo termico cui si fa attualmente ricorso per produrre energia dalla biomassa e migliorando di conseguenza l’efficienza energetica. Nel contesto del processo di indipendenza dalle fonti fossili, la scommessa rappresentata da questa tipologia di pile a combustibile sta riscuotendo un certo interesse. Il punto fondamentale è “intanto di riuscire a capire il processo, e su questo mi sembra si sia già molto avanti” ha detto l’europarlamentare Vittorio Prodi, intervenuto all’incontro. In questo campo – ha spiegato la dottoressa Pierangela Cristiani del Cesi Ricerca – la ricerca italiana è stata fin da subito pionieristica ed ha attualmente una tra le migliori esperienze a livello mondiale. L’Italia è all’avanguardia nel campo e, viste le competenze necessarie potrebbe arrivare – ha continuato Cristiani – tra i primi a trovare delle soluzioni economicamente interessanti. Secondo il professor Willy Verstraete, dell’Università di Gent, nel giro di dieci anni le MFC si potrebbero affermare come realtà industriale, ma – ha precisato – rimanendo un prodotto di nicchia, con costi lontani dal renderle competitivi con le altre fonti energetiche e per lo più destinato a situazioni dove è impossibile utilizzare altre fonti energetiche. Per il momento, infatti, le celle combustibili a batteri non permettono di ottenere una grande potenza. Ai paesi industrializzati, in assenza del necessario know-how da parte di quelli poveri, il compito di mettere a punto la tecnologia necessaria, considerando che gli sviluppi potranno avere ricadute economiche valide per tutti.

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